La rivolta del pasticcino colpisce Cameron

Da alcuni giorni in Gran Bretagna sembra di essere tornati ai secoli bui delle autocrazie, quando la plebaglia si ribellava ai signori perché alzavano il prezzo del pane. Fatte le dovute proporzioni è quanto è accaduto giorni fa quando il Governo Cameron ha deciso di imporre l'Iva del 20% sui cibi caldi, quelli venduti e temperatura superiore all'ambiente. Cosa è successo di tanto tremendo, al punto da fare scatenare una campagna virulenta da parte dei tabloid contro un Governo accusato di essere elitista e lontano dalle esigenze della gente comune? E' successo che la tassa ha colpito le cosiddette pasties, i pasticcini salati di pasta sfoglia farciti con salsicce o carni. Vendute pronte e calde in catene di chioschi alimentari come Greggs, che si trovano nei posti più frequentati delle città, come le stazioni, le sfogliatelle sono il cibo base della pausa di mezzogiorno per le classi medio basse e operaie. Alcune sfogliatelle costano solo una sterlina e fanno pasto unico per chi non può neppure permettersi  le 3-4 sterline di un sandwich. Ammettendo che molta gente si nutra esclusivamente di pasties e facendo due conti rapidi, ci troveremmo di fronte a un aumento del costo della vita tra 50 e 100 sterline l'anno. Apparentemente non una tragedia anche per chi tira la cinghia. Delle due l'una: o le classi medie inglesi sono talmente alla canna del gas che l'aumento del prezzo dei pasticcini salati fa loro deragliare il bilancio famigliare o, come è più probabile, dopo i tagli dal 50 al 45% alle tasse sui redditi superiori a 150mila sterline, dopo un peggioramento fiscale della posizione dei pensionati (granny tax, tassa sui nonnetti) il Governo si è trovato all'angolo perché sta dando l'impressione di favorire i privilegiati proprio quando la crisi sta mordendo di più i ceti deboli. Tanto più che è emerso che coloro che donano oltre 250mila sterline l'anno al partito conservatore hanno accesso ai party privati dati dal Primo ministro.   Da qui bordate di critiche da parte di quasi tutti i media. Cameron e il Cancelliere George Osborne sono corsi subito ai ripari facendosi fotografare mentre azzannavano con gusto dei pasties , come a dimostrare di essere avvezzi al cibo del popolo. Ma Osborne è inciampato pesantemente quando ha ammesso che non ricordava quando aveva mangiato l'ultimo pasticcino. A volte basta poco, un simbolo come un pasty per mettere un Governo in difficoltà. Provare per credere: dal 22 al 31 marzo la popolarità di Cameron secondo un sondaggio You Gov pubblicato dal Sunday Times è crollata dal 42 al 34%. Una settimana in politica può essere micidiale.

  • Giannicola Bonora |

    Io sono un estimatore delle meat pastries, soprattutto quelle di Greggs! Non sapevo però che era un cibo da working class, anche se sono sempre stato colpito dal basso costo di un cibo decisamente sostanzioso, rispetto a quello che si può ottenere in Italia per una cifra del genere. A me sembra, comunque, in generale, che per chi vive a ridosso della soglia della povertà sia molto più agevole vivere in Inghiletrra che in Italia, forse con l’unica eccezione dei trasporti. Primo perché mi sembra che ci sia una cultura molto più avanzata del riutilizzo dell’usato, secondo perché, con un pò di apertura mentale, ci si può rivolgere alle economie delle comunità etniche per ottimizzare l’utilizzo delle scarse risorse economiche.

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