Della assurda quasi finanziaria di Kwasi Kwarteng

Se la neo premier Liz Truss voleva fare una partenza con il botto alla guida del Regno Unito, non poteva fare meglio, affidandosi alle cure economiche del neo Cancelliere dello Scacchiere (ministro del Tesoro) Kwasi Kwarteng.  Costui, primo nero della storia britannica assurto alla carica di responsabile dell’economia, ha varato una mini manovra correttiva post insediamento di stampo ultra-liberista al punto da fare tremare i mercati, mandare la sterlina a picco, costringere la Banca d’Inghilterra a una manovra di emergenza di acquisti massicci di buoni del Tesoro per tamponare la falla ed essere sepolto di critiche dalla massima parte degli economisti, fino a dover compiere una marcia indietro imbarazzante. Ha infatti cancellato solo pochi giorni dopo la parte piu’ controversa della manovra, quella dell’abolizione dell’aliquota del 45% sui redditi piu’ elevati superiori alle 150mila sterline annue, facendo una figura barbina. Secondo gli osservatori, si era infatti cacciato in un vicolo cieco: o tirava avanti dritto per la sua strada facendosi massacrare dai mercati, o faceva una inversione a U perdendo la faccia. Ha preferito la seconda soluzione, ammettendo implicitamente di aver fatto un grosso passo falso. Il che, lo ha già azzoppato in partenza, con il rischio di rivelarsi una mossa politicamente fatale.

Kwarteng è tutt’altro che uno sprovveduto, avendo frequentato con il massimo profitto il prestigioso liceo di Eton, poi laureandosi a pieni voti a Cambridge in lettere classiche e storia, ottenuto un master a Harvard negli Usa per poi conseguire un dottorato in storia economica di ritorno alla sua Università, alma mater di personaggi illustri come John Maynard Keynes. Le credenziali le aveva tutte per capire gli effetti del suo operato. Raramente pero’ una manovra è parsa essere dettata piu’ da accecamento ideologico che da buon senso e competenza. Con probabile orrore per l’augusto Keynes, all’opposto ideologico dello spettro, Kwarteng ha infatti varato un taglio alle tasse da 45 miliardi di sterline (50 miliardi di euro) nella speranza di galvanizzare l’economia liberando gli spiriti animali del Paese, sulla scia dell’esperimento thatcheriano di inizio anni ’80. La manovra ha raccolto i consensi tra il popolo di estremisti conservatori che hanno eletto la Truss a leader del partito e dunque alla premiership e che contano per lo 0,2% della popolazione. Mai manovra fu piu’ autoreferenziale…

Il problema è che data la reazione negativa nel resto del Paese molti parlamentari conservatori sono corsi ai ripari lasciando intendere che non avrebbero votato una misura che sarebbe stata vista come uno schiaffo alla povertà. Dopo la marcia indietro sulla aliquota massima peraltro corrono voci di crescenti pressioni da una parte del partito parlamentare di correggere anche l’adeguamento del welfare al costo della vita non in base all’aumento dei salari medi ma dell’inflazione considerate le condizioni precarie delle fasce piu’ deboli della società.

Ai tempi della Thatcher  l’economia era gravata da una forte impostazione statalista che, unita a un andazzo collettivista e  a forte conflittualità sul lavoro, aveva costretto ai tempi il cancelliere Dennis Healey a recarsi con il cappello in mano al cospetto del FMI per chiedere prestiti. Incentivare con sgravi fiscali l’iniziativa privata fu un toccasana per il Paese. Questa volta pero’ il rischio di un collasso è lo stesso per la ragione opposta. Siamo in una situazione completamente anacronistica. L’economia inglese è fortemente polarizzata tra ultraricchi e poverissimi, tutto quello che era privatizzabile lo è stato,  la produttività del lavoro è una delle piu’ basse tra i Paesi sviluppati, la Brexit ha inciso fortemente sul commercio internazionale deprimendo la produzione, oltre a creare enormi buchi nella manodopera in assenza di apertura all’ immigrazione.

L’economia britannica è una di quelle che sta facendo peggio in Europa, con un’inflazione rampante a doppia cifra che sta erodendo spietatamente i redditi dei piu’ deboli. In questo contesto l’idea di rilanciare l’economia tagliando le tasse a enorme vantaggio degli ultraricchi che avevano già tutte le opportunità di investire e non lo hanno fatto è una chimera.  In inglese c’è un’espressione per significare l’inutilità di uno sforzo: “it is like flogging a dead horse” ossia è come frustare un cavallo morto. Con la differenza che, in questo caso, la manovra creava inutilmente maggiore ingiustizia e risentimento sociale e avrebbe fatto lievitare deficit e debito pubblico senza speranza di rientro a breve-medio termine. Il primo visibile risultato, oltre alla caduta della sterlina, è stato peraltro una forte spinta nei consensi dello scialbo leader laburista Keir Starmer che si è visto di colpo miracolato nei sondaggi con un enorme balzo in avanti.

Tutto cio’ che era da evitare alle soglie di una recessione economica planetaria, che trova il Regno Unito particolarmente indebolito rispetto ad altri Paesi avanzati Kwarteng lo ha fatto. Liz Truss peraltro aveva preannunciato il desiderio di tagliare le tasse e il suo rivale per la nomina a premier, l’ex cancelliere e predecessore di Kwarteng, Rishi Sunak, la aveva pubblicamente messa in guardia da quello che riteneva un progetto scellerato. Questo piano Kwarteng lo ha prontamente eseguito caricando a testa bassa, fino a sbattere contro un muro.