Più tasse in arrivo sulle case inglesi

Gli italiani che sono fioccati a migliaia a Londra negli ultimi tre anni per ancorare i loro soldi nel mattone inglese possono stare in massima parte tranquilli. Le misure che il Governo britannico potrebbe considerare varrebbero infatti per gli ultraricchi. Può darsi inoltre che tutto si concluda con un nulla di fatto. Ma il rigagnolo di entrate tributarie che ha causato la crisi economica sta spingendo chi è alla guida del Paese a introdurre nuove misure fiscali che siano peraltro ispirate a un criterio di equità in un momento in cui le classi più fragili stanno soffrendo la crisi in modo particolare mentre categorie privilegiate continuano a navigare nell'oro. Da alcuni giorni si legge nei giornali inglesi che la componente liberaldemocratica del Governo, guidata dal  ministro per il Business Vince Cable, si sta muovendo per introdurre una tassa speciale sulle case dal valore uguale o superiore ai 2 milioni di sterline. La tassa colpirebbe a livello locale, incrementando in proporzione la council tax, quella che si paga al distretto comunale di Londra (Kensington& Chelsea, Westminster, Camden ecc) . Secondo Cable è infatti ingiusto che uno paghi mille sterline l'anno indipendentemente dal fatto che abiti in una casa da 500mila o 20 milioni di sterline. Così, secondo il progetto, in futuro chi ha una casa del valore di 2,5 milioni dovrebbe pagare mediamente 5mila sterline l'anno, mentre chi possiede una casa da 5 milioni pagherebbe 30mila. Sono cifre indicative dato che le tasse locali variano da distretto a distretto. E' un fatto però che la nuova tassa equivale in sostanza a una patrimoniale, una nuova gabella che finora non colpiva gli immobili, dato che le tasse si pagano solo sule reddito che essi producono. Tasse che si aggiungono all'imposta di registro sulle transazioni immobiliari, che sale fino al 5% per chi compra beni del valore superiore a 1 milione di sterline. Se le misure proposte da Cable passassero, potrebbero fruttare all'erario 200-300 milioni di sterline, considerando che in Gran Bretagna (in massima parte nella capitale) esistono circa 50mila immobili dal valore superiore ai 2 milioni. C'è poi tutta la storia piuttosto opaca degli immobili intestati a società offshore, che riescono così a minimizzare la tassa di registro, che scende fino allo 0,5%. Per immobili di grande valore è un risparmio enorme. Il fenomeno e' inoltre diffusissimo. Secondo il Sunday Times di oggi è emerso infatti che dall'inventario del registro catastale di un campione di 18.700 proprietà del centro di Londra una parte consistente è intestata a società offshore. In alcune aree del centro fino al 20% degli immobili risale a interessi offshore come un blocco immobiliare a Mayfair dietro all'ambasciata USA che vale circa 250 milioni di sterline…Il Tesoro sta andando con i piedi di piombo e il cancelliere George Osborne non pare pronto a fare concessioni eccessive a Cable. Ma quando queste cose iniziano ad andare insistentemente sui media si può stare certi che in qualche modo la musica è destinata a cambiare.. Anche nel mercato immobiliare finora più aperto e deregolamentato d'Europa.