Economia inglese: zero, via zero, via zero…

L'ultima triste ammissione è venuta dal Governatore della Banca d'Inghilterra, Mervyn King, che ha drasticamente ridotto le previsioni di crescita a 1% per quest'anno e il prossimo rispetto a 1,5% e 2,2% rispettivamente previste in precedenza. Il 29 Novembre l'OBR, Office for Budget Responsability l'istituzione indipendente che fa previsioni dovrà tegliare inevitabilmente a propria volta rispetto al roseo 2,5% previsto per il 2012. Secondo gli economisti la cifra più realistica di crescita per entrambi gli anni è un bel zero tondo tondo. La disoccupazione è salita intanto a 2,62 milioni con quella giovanile (16-24 anni) al peggio da 17 anni a 1,016 milioni. Sui giornali si leggono sempre più storie di giovani che continuano a sottoporre invano i propri curriculum a centinaia di aziende. Il capo della CBI, John Cridland, ha messo in chiaro che il cocktail di disoccupazione e crescita rasoterra rischia di essere micidiale per l'economia inglese. Primo effetto sarà peraltro quello di  dilazionare alle calende greche la riduzione del debito britannico che ormai pare stia diventando strutturale. In altre parole il rientro previsto da Cameron verso la normalità nel 2014-15 slitterà di alcuni anni. Con un rapporto salito dal 37% al 65% del debito con il pil dal 2008 a oggi, la Gran Bretagna è entrata di prepotenza nel club degli indebitati e non accenna a rassegnare le dimissioni. Con la differenza che il debito privato degli inglesi è al 100% del pil mentre quello Italiano è più prossimo al 40/50% a fronte di un debito pubblico al 120%. A parti invertite, i due Paesi stanno male entrambi, ma la virtuosità pubblica inglese è andata a frasi benedire. Dato che il Paese non è nell'euro, agli inglesi vengono risparmiate le ansie quotidiane sugli spread. Ma a soffrirne sarà la sterlina, che è già debole. Il che rischia di far imbarcare nuova inflazione a un Paese dove i prezzi già viaggiano al 5%  distruggendo spietatamente la ricchezza della gente. Secondo gli economisti la recessione/ristagno in atto potrebbe però alla lunga ridurre anche i prezzi. Attorno al 2%. Ma sarà una magra consolazione….

  • NANO |

    C’è poco da fare, il sistema capitalistico occidentale sta implodendo. Tutti si accaniscono contro i mali derivanti dalla finanza creativa, ecc., ma la ragione vera sembra sfuggire a tutti. A mio avviso la finanza non ha fatto altro che cercare di ritardare gli effetti di una crisi già in atto da anni, finendo però per aggravarli. Le vere ragioni, io credo, siano l’aggressività imprenditoriale dei paesi emergenti (che ci invadono con le loro merci), il costo del petrolio (che nel dopoguerra abbiamo invece razziato), il costo abnorme del welfare (che invece dovrebbe assicurare a tutti solo la sanità e un sussidio appena sopra una dignitosa sussistenza). Tutto questo è realtà, eppure rimane il paradosso che ad una tecnologia sempre più evoluta non si accompagni un crescente benessere. Ma il paradosso è solo apparente. Cordialità. (P.S.Ho qualche sterlina, ma aspetto a venderla. Tutto sommato credo che l’euro stia peggio. L’Inghilterra conserva il suo fascino di potenza coloniale. Ma, pensando ai ruggenti anni 80 con la Tachter che aveva imposto un duro risanamento, ci si chiede: come ha potuto l’Inghilterra cadere così in basso? E il pensiero torna ancora alla finanza…)

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