Da una settimana l'Italia ha un rilievo esagerato e incessante sui media inglesi. Vivo in Inghilterra da 18 anni e credo che l'overdose delle ultime 100 ore ha superato la copertura cumulativa del nostro Paese dal lontano 1993. Sky, BBC, Bloomberg, CNBC e giornali d'ogni tendenza e fattura. Ogni mattino analisti ed economisti si alternano freneticamente a dire la loro in TV o sui siti online sulla catastrofe incombente, comparando gli spread, sparando a caratteri cubitali la cifra 1,9 trillion € (ossia il nostro debito pubblico) rilevando che il Paese non cresce e che rischia di tirare in un gorgo l'Europa e l'intera economia mondiale. Siamo insomma dannosissimi e non solo a noi stessi. Si ammette che gli spread possono anche scendere, che il 7% di interessi non verrebbero pagati in un solo colpo su tutto il debito. Come pure si ammette che l'Italia è un Paese ricco e non è la Grecia. Ma poi, di nuovo, analisti, ed economisti rilevano che non cresciamo, che la demografia è mortalmente avversa, che non paghiamo le tasse e che ci vorrà una patrimoniale per chiudere la falla del debito pubblico. Difficile fare passare presso colleghi giornalisti econonisti e persone dell'establishment britannico il messaggio che con una rapida e adeguata manovra potremmo tamponare la situazione e virare la nave. Con la situazione politica di stallo che abbiamo nessuno ci crede. Tutti sono smarriti e confusi. I mercati e i media pealtro ormai convergono su tre difetti tremendi: hanno una fretta dannata e irriflessiva, sono ossessivi e monocoli, nel senso che spostano la loro attenzione come un raggio laser da un argomento all'altro. Prima il riflettore era sulla Grecia. Ora tutta la canea fonica e visiva è sparata impietosamente sul nostro palcoscenico. La nostra ribalta, vista da Londra, è indifendibile: è avvilente veder susseguirsi graficamente le pietose vicende della nostra politica, le smorfie di Berlusconi dal cerone sempre più arancione, i Tic di Bossi, il cerchio magico della Lega e i maroniani le convulsioni del Pdl, le divisioni del centro-sinistra e le tergiversazioni opportunistiche del centro. Terribile seguire soprattutto la pletora di attori e comparse che continuiamo ad ammanire all'opinione pubblica mondiale convinti che gli stranieri abbiano la pazienza di distinguere tra Vendola e Bersani, passando per Di Pietro e allargarsi a Casini o pensare ad Alfano e studiare le alchimie dei rapporti di forza dentro al Pdl mentre la fase politica di Berlusconi è agonizzante. Berlusconi era sceso in campo per portare criteri manageriali in politica e renderla più efficiente. Alla fine del suo mandato la politica italiana non è mai stata più irresponsabile, inefficiente, costosa, infantile, corrotta e inutile, popolata da una miriade di mediocri che si affannano come formiche impazzite nell'emiciclo. Questo va spiegato agli stranieri: l'Italia ha tutti i numeri economici per uscire dalla crisi ma gli Italiani, quando devono rapportarsi tra loro, litigano e si dividono e la loro classe politica, che dovrebbe essere tale per essere appunto istanza di mediazione e unificazione riflette le divisioni del Paese e le amplifica in litigiosita'. Senza una politica così scadente l'Italia avrebbe un potenziale enorme. Siamo ormai virtualmente semi-commissariati perchè non abbiamo dato prova di saperci governare da soli. I mercati lo chiedono: fate un Governo tecnico con misure robuste e un messaggio chiaro dei vostri impegni a tutto il mondo. Sapete quello che vi viene chiesto di fare per il vostro bene e quello dei vostri vicini. Fatelo secondo manuale e fate presto. Togliendo di scena la politica politicante che è servita soltanto a peggiorare la situazione.
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