Il Grande Freddo sull’economia britannica

Un economista si è spinto addirittura a mettere da parte il vocabolario sfumato degli addetti ai lavori per usare il termine "orrendo". Orrendo è stato definito il forte peggioramento dell'economia britannica negli ultimi tre mesi dello scorso anno. Non una crescita compresa tra lo 0,2% e lo 0,6% come il consenso degli analisti si aspettava, ma una caduta a precipizio del -0,5%. Il Governo è corso immediatamente ai ripari, sottolineando che, sul dato, ha pesato la paralisi economica causata dal maltempo in dicembre e che sul fondo l'economia procede lungo il trend di ripresa. Ma l'Ufficio di statistica a propria volta si è affrettato ad aggiungere che, anche al netto dell'effetto-neve, la crescita sarebbe stata prossima allo zero. Che sta succedendo? L'economia britannica pareva essere ripartita con un certo ardore e ora tutto a un tratto dà segno di colare nuovamente a picco.


 A gettare peraltro nuova acqua sul fuoco sugli ardori degli ottimisti è giunto ieri un discorso assai cupo del Governatore della Banca d'Inghilterra Mervyn King che in pratica ha chiesto agli inglesi di mettersi il cuore in pace e accettare un impoverimento generale. Secondo il Governatore della Banca centrale siamo infatti entrati nel quinto anno di riduzione dei redditi reali degli inglesi e quest'anno con salari congelati e prospettive di inflazione fino al 5% siamo di fronte alla mazzata peggiore, che ha un precedente soltanto alla fine degli anni '20. L'economia non decolla, la nazione si impoverisce, i consumi stentano a partire, i salari reali declinano. Il rischio di un nuovo tuffo dell'economia in zona recessione è alto. E per il Governo e in particolare per il cancelliere George Osborne la possibilità di perdere irrimediabilmente la faccia è concreta. Il Governo conservatore di David Cameron, in coalizione con i liberaldemocratici di Nick Clegg ha infatti deciso di adottare una cura drastica di tagli al debito per ridare credibilità al Paese e rimetterlo in carreggiata al più presto. I tagli sono stati ben accolti dalle istituzioni finanziarie internazionali. Dai primi dati disponibili i segni di rientro e di riduzione del deficit sono tangibili. Ma l'equilibrio da mantenere è precario perchè c'è il rischio che una nuova recessione vanifichi la manovra di rientro sul fronte delle entrate fiscali. Così come c'è rischio che i tagli ai dipendenti del settore pubblico non vengano riassorbiti da posti di lavoro in quello privato, creando nuova disoccupazione e deprimendo i consumi. La prospettiva di una spirale negativa è dunque concreta e su questo fronte mettono in guardia i laburisti all'opposizione, specialmente da quando al posto di cancelliere-ombra si è insediato Ed Balls ex braccio destro di Brown e strenuo difensore della linea anti-tagli. Secondo Balls è infatti importante ridare dinamica alla crescita prima di procedere a tagli alla spesa, esattamente il contrario della ricetta Osborne. Entrambi i giovani e ambiziosi politici stanno giocandosi la credibilità in una scommessa ideologica sulla ricetta da seguire. Un fatto intanto è certo: che si tagli o si lascino le cose come sono la Gran Bretagna non pare al momento, come altri cugini europei, trovare risorse al proprio interno per ridare dinamica alla crescita. Dai dati dell'ultimo trimestre è emerso un crollo verticale del settore delle costruzioni, un netto calo dei servizi che danno da lavorare al 65% degli inglesi. Unico settore con segno positivo quello manufatturiero che, profittando della debole sterlina, ha ripreso a crescere. Ma con una base di poco più del 15% di addetti ha ancora molta strada da fare per ovviare alla caduta del resto dell'economia. Alcuni economisti ieri si sono comunque affrettati a fare da pompieri chiedendo di non guardare con eccessivo sconforto ai dati del quartro trimestre 2010. Alcuni hanno rilevato che il trend di ripresa in atto è confermato. Insomma la situazione non è così tragica. Ma senz'altro non è allegra. Il clima è gelido e c'è un senso di sospensione e di attesa. Una strana quiete proprio come capita quando ci si trova in mezzo a un'abbondante nevicata.  

  • ELio |

    Aspettiamoci un’immimente adesione all’euro da parte della Gran bretagna.
    Forse allora smetteranno gli attacchi speculativi alla moneta unica da parte della City.

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