Gli inglesi sono costretti a imparare le proporzioni

Birthdaycake Dai segnali che ricevo in questi giorni dall'Italia, nel nostro Paese esiste una ridotta di anglofili che hanno accolto forse con maggiore sgomento dei conservatori stessi l'esito delle elezioni britanniche. Queste non hanno dato una chiara maggioranza a nessuno. Possibile? Il Paese dellla stabilità politica, in virtù del sistema maggioritario secco, non è riuscito a partorire una maggioranza stabile? E tutta questa gente che auspica incoscientemente l'arrivo della proporzionale, è forse impazzita? Ma si rendono conto gli inglesi del mercato delle vacche del nostro Paese e dei continui compromessi e sotterfugi a cui il proporzionale costringe per governare? Hanno forse deciso di suicidarsi? Sicuramente sarà un colpo di pazzia temporaneo, destinato a rientrare presto nei ranghi. Potremo definire questi amici gli orfani del maggioritario, come una volta esistevano gli orfani del comunismo. Chi scrive peraltro è sempre stato un sostenitore del maggioritario e ha sempre apprezzato il funzionamento dialettico di Westminster tra maggioranza  e opposizione. Il fatto è che da una dozzina d'anni forze profonde e irresistibili, come le placche tettoniche del sottosuolo, si stanno muovendo con forza travolgente. Con buona pace dei nostaligi delle sane tradizioni.


 Partiamo dai fatti, innanzitutto. Il primo è ancorato nel principio di equità. Vi pare giusto infatti che con poco meno del 40% dei voti espressi e magari a fronte di un'affluenza di poco più del 50%, ossia in virtù di circa un quarto dell'elettorato, un partito riesca a garantirsi la maggioranza in parlamento? E' quanto è accaduto finora. Guardiamo alle ultime elezioni che hanno peraltro testimoniato una partecipazione particolarmente insolita: a fronte di un'affluenza del 65% i laburisti, che hanno ottenuto il 29% dei voti e i liberaldemocratici, con il 23%, malgrado il loro 52% combinato, non raggiungono nemmeno la maggioranza di 326 sui 650 seggi del Parlamento, toccando solo quota 315 (258 laburisti e 57 liberaldemocratici). Con il 36% dei voti, i conservatori hanno ottenuto da soli ben 306 seggi. Tanti, ma non sufficienti a governare. Ciò costringerà i leader politici per la prima volta dal 1974 al tentativo di un governo di coalizione. Su carta, peraltro, l'unica coalizione che porti a una reale maggioranza aritmetica con 363 voti, è quella che si sta sperimentando in queste ore tra i liberaldemocratici di Nick Clegg e conservatori di David Cameron. Iniquità ancora peggiore è peraltro il fatto che i liberaldemocratici, con il 23% delle preferenze espresse, ottengano solo l'8,8% dei seggi a fronte del 40% dei laburisti (29% dei voti) e del 47% dei conservatori (36% dei voti). Come vedete il maggioritario secco crea delle forti distorsioni, venendo in soccorso del vincitore. Peraltro ben 1,8 milioni di voti espressi su 29milioni (il 7%) non hanno ottenuto alcun seggio a causa della presente legge elettorale. I fan del maggioritario vi diranno che questo è il prezzo per ottenere Governi forti e stabili. Ma, a questo punto, bisogna prendere in considerazione un altro fattore di iniquità che è andato facendosi largo negli ultimi 10 anni: Il fatto che la popolazione si è sempre più disamorata della politica ha portato a minore affluenza. E ancora più importante, i due grandi partiti, i conservatori e i laburisti, hanno visto scendere in proporzione la loro forza sull'elettorato, passando da un 80% combinato di 12 anni fa al 64% delle ultime elezioni. Pretendere che, con un'affluenza del 60% due partiti che assieme fanno poco più del 60%, decidano dei destini di un Paese sta diventando sempre più un argomento insostenibile. Per questo sono convinto che il movimento di riforma elettorale che punta a un sistema proporzionale sia ormai inarrestabile. Dalla necessità di riforma a sfociare su una soluzione di proporzionale pura alla israeliana o al mini maggioritario corretto con proporzionale-Mattarellum all'italiana ce ne passa però. Infatti, ci sono molte forme di proporzionale che garantiscono la governabilità e gli inglesi stanno studiando quale meglio adottare. Peraltro, perfino i conservatori prima ancora delle trattative tra Cameron e Clegg in vista della formazione di un Governo di coalizione hanno detto di essere pronti a rivedere il formato dei collegi elettorali che sono spesso sbilanciati, per cui, a volte, zone spopolate del paese mandano in Parlamento più deputati che zone assai popolose. Il che e' un chiaro segnale di disponibilita'. Un fatto è certo: se in questi giorni verrà creato un governo di coalizione, sia esso conservator liberale o liberal-laburista, i liberaldemocratici porranno come condizione la riforma elettorale. E' dunque assai probabile che alle prossime elezioni, che potrebbero essere in tempi non lontani, dato che pochi prevedono un Governo di coalizione di lunga durata, il vecchio e caro sistema maggioritario puro venga abbandonato. Con buona pace per i suoi fan inglesi e, in particolare, italiani.   

  • romak |

    Ottima analisi!
    Da anglofilo però penso più che altro che gli inglesi sapranno trovare una soluzione a un problema reale. Al di là delle prese di posizione, della fede all’uno o all’altro sistema, sono sicuro che troveranno una soluzione al problema che, peraltro, come tutti i problemi, è da collocare in un certo periodo temporale (come hai saggiamente detto tu, è in parte causato o vittima della siaffezione degli elettori degli ultimi anni) ed è anche per questo che, credo, lì tutti sanno che qualunque scelta verrà fatta “fino a nuova modifica necessaria”, non come in Italia, dove tutto viene discusso come SISTEMA MIGLIORE, dall’una o dall’altra parte. Come detto più volte, la forza del Regno Unito (in senso come della gente che lo abita, non come entità metafisica, s’intende) è essere versatile e reattivo, as usual…

  Post Precedente
Post Successivo