Inizia a incombere lo spettro della deflazione

Chi l’avrebbe mai detto? La parola deflazione per la prima volta inizia a serpeggiare al di fuori degli ambienti accademici per diventare una prospettiva concreta. Dal dopoguerra le economie occidentali hanno provato la stagnazione, l’inflazione, la stagflazione, bassa inflazione, una recente fiammata di inflazione ma mai la deflazione. Recessione e deflazione sono peraltro un cocktail micidiale perchè possono portare dritti alla depressione.

I tassi dell’Eurozona, al 3,25%, sono relativamente alti e non è un caso che il mondo delle imprese chieda tagli energici in tempi brevi per avere migliore accesso al credito. La Gran Bretagna, che storicamente ha avuto tassi sempre più alti dell’Eurozona, si trova ora, dopo un drastico taglio all’inizio del mese, a quota 3 percento, un quarto di punto al di sotto, con un sorpasso negativo. L’inflazione, dopo una fiammata estiva sulla scorta del boom dei prezzi petroliferi e delle materie prime, inizia infatti a precipitare rapidamente sulla scia della recessione e del crollo delle materie prime. I tassi in Giappone sono a un soffio dallo zero e negli Usa sono ormai all’1 percento. In Gran Bretagna si parla ormai della possibilità concreta di un altro taglio robusto di mezzo punto o un punto addirittura, con la prospettiva di raggiungere l’1,5% il prossimo anno. Da notare che, storicamente, dalla sua fondazione nel lontano 1694, la Bank of England non ha mai abbassato i tassi al di sotto del 2%. Se lo facesse saremmo veramente in una situazione straordinaria. Quando i tassi d’interesse avranno raggiunto il pavimento, le autorità monetarie avranno peraltro esaurito la loro funzione di stimolo e sarà inevitabie che la palla passi stabilmente nel campo dei Governi, che cercheranno di rianimare le economie con politiche fiscali con un mix di tagli alle tasse e aumenti della spesa. Per chi ha già un forte debito pubblico come l’Italia non è un esercizio facile. E così c’è il rischio che il prossimo anno ci si trovi in uno stato di prostrazione e impotenza, dato che tutti gli strumenti saranno spuntati. Attenderemo Godot, nella speranza che qualcosa di "altro" faccia ripartire l’economia. Augurando di trovarci soltanto in recessione.