Shopping frenetico, shopping cibernetico

A sentire gli esperti di retail, lo scorso Black Friday doveva tradursi in un’orgia dello shopping . A prima vista però, a giudicare dai negozi del centro di Londra semivuoti,  il bilancio pareva essersi risolto in un gigantesco flop. Il fatto è che le vendite sono state in effetti record e ciò in virtù delle vendite online che sono decollate per la verticale. Il desiderio di evitare locali affollati per timori di azioni terroristiche conta ben poco. La gente ci ha preso gusto a comprare su internet specie se ha le idee chiare sui prodotti che vuole. Negli ultimi tre giorni, compreso oggi, battezzato Cyber Monday, gli inglesi avrebbero speso 3 miliardi di sterline online (oltre 4 miliardi di euro) in aumento del 30% sullo sorso anno. Di questi un miliardo soltanto oggi. La migrazione della gente dai negozi reali a quelli virtuali procede inarrestabile. Ciò non significa che siano andati tutti su siti come Amazon: gli stessi negozi hanno beneficiato delle vendite elettroniche. John Lewis avrebbe aumentato gli incassi del 12% il venerdì scorso grazie alle vendite online, mentre PC World addirittura del 100%.

Comprare è però un paio di maniche e consegnare un altro. Secondo la società di ricerca LCP Consulting, i 17 milioni di pacchi generati in questi giorni faticheranno ad arrivare a destinazione per Natale. Lo scorso anno l’industria del settore era stata colta di sorpresa dal boom delle vendite e aveva accumulato forti ritardi nelle consegne. Quest’anno pare più pronta ma il boom online è ormai uno tsunami. Secondo gli esperti, peraltro, circa il 45% dei consumatori dovrebbe migrare gli acquisti online nei prossimi 5 anni e nel 2020 il totale in GB dovrebbe toccare i 63 miliardi di sterline (85 miliardi di euro). In quella data oltre il 17% di tutte le vendite al dettaglio dovrebbero essere online. Solo nel bimestre novembre dicembre le vendite online sono passate da 23 miliardi di sterline nel 2014 a una previsione di 27 miliardi per quest’anno.

Il boom elettronico ha  peraltro una pena del contrappasso fisico. Dato che il consumatore non va al negozio il negozio deve andare al consumatore e il risultato è una crescita boom dei trasporti con camioncini e camionette che spuntano come i funghi e intasano le strade della capitale e dei centri urbani del Paese. Sono cifre da capogiro: solo nel 2015 in GB sono state immatricolate 312369 furgoni e camionette. Negli ultimi 20 anni peraltro il loro numero è cresciuto del 70% rispetto all’aumento del 14% degli autoveicoli e del 3% degli autocarri. Cresce il numero dei centri di stoccaggio allo stesso tempo. Il mondo del retail insomma si trasforma. Ma gli sconti  specie in giorni come il Black Friday e il Cyber Monday non fanno bene ai margini di profitto dei venditori. Peraltro secondo uno studio citato dalla BBC di IMRG e eDigitalResearch rileva che mentre 1/3 dei consumatori adora eventi come questi un terzo li odia. Il resto è indeciso. Finiremo con città ancora più inquinate e negozi con i battenti chiusi? Non ci sarà molto da aspettare per capire, dato il tumultuoso trend in atto.