I tempi cambiano profondamente. La vittoria di Andy Murray a Wimbledon, la prima di un britannico (ma non di un inglese) dal 1936, ossia dai tempi di Fred Perry, da oggi sfata un famoso detto: ossia che la City è come Wimbledon, ossia un campo da gioco perfetto con regole ottime e un grande pubblico dove però gli inglesi non vincono mai. Dopo 77 anni il detto è dunque smentito. Un britannico vince infatti a un gioco di cui ha stabilito regole, campo, spettatori e direi anche la massa di interessi economici che attorno gravitano. D'altra parte va notato che anche la City non è più la stessa di una volta. Si è striminzita almeno del 30% in termini di addetti ed è ben lontana dai tempi d'oro in termini di Ipo e M&A, e per quanto resti assai internazionale non riesce ad attrarre i grandi interessi di una volta. Chissà che Murray a Wimbledon non marchi l'inizio di una nuova era. Nel tennis c'e' senz'altro riuscito. Nella finanza, a giudicare dalle devastazioni che ha dovuto attraversare il mondo delle banche e dei prodotti finanziari, il cammino è ancora lungo. Ma forse stiamo raggiungendo anche qui il punto di svolta.
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