Secondo l'Economist, il Regno Unito, dato che comprendiamo nello studio anche l'Irlanda del Nord, si piazza ai vertici mondiali perchè avrebbe la migliore rete di assistenza tra cure ospedaliere e procedure da applicare ai malati terminali, oltre a personale appositamente addestrato. I britannici, insomma, eccellono nella facilità di accesso agli anti-dolorifici, trasparenza nel rapporto con i medici, informazioni al pubblico e cure in strutture extra-ospedaliere, in comunità o a domicilio. In Gran Bretagna, peraltro, la morte viene assimilata a una malattia da gestire con informazioni e procedure adeguate, mentre in Paesi come la Cina, ad esempio, è un tabù e negli Usa si tinge di colorazioni religiose che spesso infiammano gli animi. In pratica, poi, l'accesso agli oppiacei, che servono a combattere il dolore, in molti Paesi è fortemente ristretto o praticamente nullo. Risultato: in base a queste statistiche, che certamente non sono la Bibbia e vanno prese comunque con beneficio d'inventario, oltre ai soliti sospetti del Terzo Mondo o Paesi emergenti come Cina, India, Brasile e Uganda, che stanno in fondo alla lista, i britannici stanno molte leghe davanti a Paesi civili come la Danimarca, (22esima) l'Italia (24esima) e la Corea del sud (32esima) per fare alcuni esempi. Magra consolazione per gli inglesi, con i tempi che corrono, costretti peraltro a tagliare i fondi all'amata Sanità pubblica per rientrare dai debiti. Certamente però un tema su cui vale la pena riflettere perchè finora non è stato trattato adeguatamente. Facendo le corna e i dovuti scongiuri….