Una dieta drastica per ridimensionare uno Stato obeso

Obese  La Gran Bretagna soffre di una terribile crisi di obesità. Il paese è sommerso da una montagna di debiti, creati dal concorso micidiale di due fattori: il boom della spesa pubblica sotto i laburisti, specie tra il 2003 e il 2007, e il conto salatissimo del salvataggio del sistema finanziario nel 2008. Il deficit di 156 miliardi di sterline è balzato dal 3% al 12% del pil. Il debito, che era al 40% nel 2007, in assenza di misure di contenimento era destinato a salire all'80% del pil. Forti tagli sono inevitabili per rientrare in carreggiata. E il Governo di coalizione Con-Lib di David Cameron e Nick Clegg non ha perso tempo, passando all'azione con un colpo di scure sulla spesa. La manovra è lacrime e sangue. Ai mercati l'attacco frontale al debito con un budget di emergenza è piaciuto, tanto che la sterlina ha continuato a recuperare terreno sull'euro. La dieta dimagrante pare insomma una buona idea. Ma di diete si può morire, se queste si rivelano troppo drastiche. Un crescente numero di commentatori, non solo di sinistra, sta infatti mettendo in guardia dalla necessità di muoversi con cautela, pena un nuovo tuffo in area recessione, questa volta ancor più pericoloso perchè mancherà l'appoggio monetario della Banca d'Inghilterra che finora ha stampato carta per tenere il Paese a galla.


L'obiettivo del Governo Cameron Clegg, per continuare il nostro esempio della dieta, è di tagliare rapidamente il grasso che si è accumulato pericolosamente nel corpo del Paese per portarlo nuovamente a un rapporto tra muscoli e peso corporeo che gli permetta di ripartire senza difficoltà. I critici mettono però in guardia dal rischio che il furore nei tagli porti a tagliare anche i muscoli, con il rischio che il paese non riesca più a stare in piedi. E' un fatto che la Gran Bretagna in tutti questi anni era divenuto un paese gonfio, che viveva al di sopra delle proprie capacità. Ma ora la richiesta del Governo che i vari ministeri taglino le spese di almeno un quarto con la prospettiva che almeno il 10% dei 6 milioni di dipendenti pubblici finisca per strada è preoccupante. Il Governo spera ottimisticamente che i posti di lavoro pubblici perduti verranno sostituiti da quelli privati. Ciò è plausibile. Il fatto è che la soluzione sta tutta nel timing. Se il settore privato riparte, i tagli vengono infatti riassorbiti, altrimenti le centinaia di migliaia di persone che si troveranno per strada nel prossimo biennio, oltre ad andare a ingrassare le file di disoccupati, con tremende implicazioni sociali, deprimeranno i consumi e con essi la chance di ripresa economica. C'è insomma il rischio di un "double dip" ossia di una doppia picchiata per l'economia inglese dopo la terribile recessione del 2009 quando il pil si contrasse del 6%. Un fatto è certo: con i forti inevitabili tagli ai servizi pubblici oltre che alla Difesa, la Gran Bretagna durante il prossimo quinquennio è condannata a ridimensionarsi come Paese, sia come peso specifico interno sia come proiezione della propria potenza all'estero.

  • marco niada |

    Quella che ho tentato di dare è la descrizione di una situazione. Il mondo anglosassone in questo momento è in difficoltà ma mantiene molti vantaggi in termini di vitalità, internazionalità, flessibilità e apertura dei mercati. Bisogna certo riflettere su cosa è andato storto come stiamo cercando di fare, ma non ne farei una questione di tifoserie, godendo se un Paese va male piuttosto che un altro. La realtà è sempre più sfumata di quanto appare e la ruota gira e ciò che pare oggi negativo ha magari anticorpi, che in questo momento non riusciamo a individuare, che portano poi a mutamenti inattesi. L’importante è guardare alle cose in modo spassionato, criticando quando è necessario aspetti che in precedenza avevano avuto una troppo benigna attenzione, in primis da parte del sottoscritto.

  • wellness |

    ma sinceramente mi sembra un’analisi un po populista (di chi è contro l’uk ovviamente)e superficiale…io cmq preferisco un quadro internazionale angloamericano che indocinese…

  • giuseppealfano |

    Il rischio Inghilterra sfiora il rischio Grecia, per i soldi pubblici spesi nel salvataggio del sistema bancario nazionale. Ora i cittadini inglesi pagano il conto, con l’augurio che, finalmnte, si rendano conto che non si può vivere, in un paese a sistema industriale quasi inesistente, solo speculando sui mercati finanziari.

  • giuseppealfano |

    La Gran Brtetagna è ciclicamente soggetta a questi estremismi : si pensi ai tagli fati dal gobvetno conservatore della dama di ferro. Questo qyoil dire che ormani la Gran Bretagna è alla frutta e , per fortuna, non avrà più peso specifico nè in europa nè sullo scacchiere internazionale. Lìimpero btitannico è definitivamente morto : pace alla anima sua!.

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