Un colpo di piccone sullo Stato di polizia laburista

Polizia Uno dei tratti più curiosi del Governo laburista da poco uscito di scena è stata la la paranoia sul fronte  della sicurezza. Una paranoia importata di peso dall'America di George Bush. A New York l' 11/9 e la strage delle torri gemelle e a Londra 7/7 e i 52 morti nella metropolitana, più un secondo tentativo 15 giorni dopo con un potenziale altrettanto devastante, hanno cambiato profondamente il modo di affrontare la sicurezza interna. Le telecamere per le strade e nei locali pubblici si sono moltiplicate come i funghi e la polizia è stata dotata di poteri eccezionali sempre più pervasivi. Non solo fermo fino a 60 giorni o pene detentive solo per chi faccia apologia del terrorismo ma capacità di fermare e perquisire chiunque desti il minimo sospetto. A questa ultima odiosa prerogativa ha posto fine ieri il Governo dopo una sentenza della Corte europea che in gennaio ha messo in chiaro come fosse in conflitto con i diritti dell'uomo. Il nuovo governo Con-Lib la ha recepita, mettendo fine a una pratica che aveva gettato una grande ombra sulle tradizioni democratiche britanniche.


Il nuovo Governo Cameron Clegg ha sempre espresso dubbi sugli eccessi laburisti sul fronte delle restrizioni dei diritti civili. Ora è passato all'azione e l'Home Secretary Theresa May ha deciso di chiudere l'increscioso capitolo con effetto immediato. Raccogliendo le critiche dei laburisti, oggi all'opposizione, che mettono in guardia dal rischio di una nuova ondata di attentati e dicono che il nuovo esecutivo Con-Lib avrebbe almeno dovuto fare ricorso contro la sentenza. Le critiche si aggiungono a quelle elevate recentemente davanti alla prospettiva di tagli al bilancio delle forze dell'ordine da parte del nuovo Governo. A cui si aggiunge la decisione del nuovo ministro della Giustizia Ken Clarke di estrarre nuovi risparmi fermando la corsa alla costruzione di nuove prigioni voluta da Brown e compagni e concentrarsi più sulla riabilitazione per chi ha commesso reati minori. Fa specie osservare come un partito di centro-sinistra, che fino a metà degli anni '80 seguiva ciecamente il mantra "prevenire e non punire", sia andato indurendosi fino al punto di sfornare leggi inique. Le perquisizioni "stop and search" svolte secondo la sezione 44 della legge antiterrorismo, hanno portato al fermo di 149mila persone fino ad oggi. Non sono noccioline. Secondo i detrattori la legge è servita più ad alienare intere comunità, specialmente quella asiatica e dei neri piuttosto che a proteggere il pubblico. Chi ha ragione?  Difficile dirlo. E' un fatto che negli ultimi 20 anni le esigenze delle forze di polizia hanno preso sempre più la mano in tutto l'Occidente nel plasmare l'agenda legislativa in materia di ordine pubblico. Il Paese che era all'avanguardia nel giro di vite ha compiuto ieri il primo passo indietro.

  • marco niada |

    Penso che sul piano dei diritti civili sia senz’altro un bene. E credo che sul piano della sicurezza i poteri erano eccessivi. Terrorismo e crimine organizzato ci sono sempre stati, anche in dosi massicce come e’ avvenuto in Italia negli anni 70. Ma e’ stato proprio evitando la mentalita’ da stato d’assedio che si e’ riusciti a debellare il terrorismo.

  • wellness |

    lei cosa pensa a riguardo ? che sia un passo indietro anche per la sicurezza oppure che sia giusto così cosi come hanno voluto il partito di governo?

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