Il nuovo Governo Cameron Clegg ha sempre espresso dubbi sugli eccessi laburisti sul fronte delle restrizioni dei diritti civili. Ora è passato all'azione e l'Home Secretary Theresa May ha deciso di chiudere l'increscioso capitolo con effetto immediato. Raccogliendo le critiche dei laburisti, oggi all'opposizione, che mettono in guardia dal rischio di una nuova ondata di attentati e dicono che il nuovo esecutivo Con-Lib avrebbe almeno dovuto fare ricorso contro la sentenza. Le critiche si aggiungono a quelle elevate recentemente davanti alla prospettiva di tagli al bilancio delle forze dell'ordine da parte del nuovo Governo. A cui si aggiunge la decisione del nuovo ministro della Giustizia Ken Clarke di estrarre nuovi risparmi fermando la corsa alla costruzione di nuove prigioni voluta da Brown e compagni e concentrarsi più sulla riabilitazione per chi ha commesso reati minori. Fa specie osservare come un partito di centro-sinistra, che fino a metà degli anni '80 seguiva ciecamente il mantra "prevenire e non punire", sia andato indurendosi fino al punto di sfornare leggi inique. Le perquisizioni "stop and search" svolte secondo la sezione 44 della legge antiterrorismo, hanno portato al fermo di 149mila persone fino ad oggi. Non sono noccioline. Secondo i detrattori la legge è servita più ad alienare intere comunità, specialmente quella asiatica e dei neri piuttosto che a proteggere il pubblico. Chi ha ragione? Difficile dirlo. E' un fatto che negli ultimi 20 anni le esigenze delle forze di polizia hanno preso sempre più la mano in tutto l'Occidente nel plasmare l'agenda legislativa in materia di ordine pubblico. Il Paese che era all'avanguardia nel giro di vite ha compiuto ieri il primo passo indietro.