L'indignazione e' andate crescendo nelle ultime ore dopo che il Telegraph ha iniziato a passare in rassegna anche i conti dei conservatori da cui emerge un nuovo tipo di meschinita' legate a persone ricche di famiglia che hanno usato il danaro pubblico per riparare la falciatrice del giardino per ammobiliare la seconda casa o riparare l'impianto di irrigazione del proprio prato. Vista con il metro nostrano, un'esposizione mediatica del genere in Italia verrebbe considerata dopo poco tempo morbosa e in fin dei conti anche noiosa. Per gli inglesi, che sono attaccati al soldo e per cui la Democrazia è innanzitutto una questione di controllo della destinazione dei fondi pubblici, una campagna stampa del genere è invece da considerarsi assolutamente normale. No taxation without representation recita un famoso detto. Dove entrano in ballo i soldi pubblici, il diritto al voto e la possibilità di controllo è di importanza fondamentale. L'intrusione nei conti dei parlamentari con le loro umane meschinità diventa dunque una sana medicina. Morbosa, noiosa, meschina ma necessaria quanto i controlli dell'amministratore di condominio per il buon funzionamento della proprieta' comune. A forza di fare i signori col danaro pubblico, i contribuenti italiani hanno infatti perso il senso dell'urgenza morale di queste cose e si sono ripiegati in un profondo cinismo misto a un generico e indiscriminato rancore. Guardando alle poche centinaia o, al massimo, migliaia di sterline di abusi dei parlamentari inglesi viene da ridere pensando agli scandali di casa nostra. Ma è il principio che conta. E per questo i media inglesi sanno che gli scandali vanno denunciati sul nascere, fin da piccoli, per evitare che degenerino e che alla lunga passino poi inosservati nel disinteresse generale. La forza dei media anglosassoni sta nel passare i conti uno a uno in dettaglio ed esporli al pubblico. Che reagisce con rabbia e crea gli anticorpi contro gli abusi prossimi e venturi. Peraltro l'esercizio e' riuscito e ha sortito i propri effetti: tutti i capi di partito, a partire dal Primo ministro Gordon Brown, si sono sprofondati in scuse dopo un periodo di timide e goffe difese. Ora hanno promesso di cambiare il sistema. Nella sua ossessiva maniacalita la stampa britannica ha fatto centro assolvendo al proprio ruolo di custode del pubblico interesse.