Molti ancora ricordano il biennio 1990-2, caratterizzato da un crollo dei prezzi delle case, pignoramenti e 1,9 milioni di persone obbligate a ripagare interessi su mutui il cui valore era diventato assai superiore a quello degli immobili su cui erano accesi. Le banche inglesi dovettero per anni smaltire la sbornia dei crediti al settore immobiliare. Questa volta la situazione pare ancora peggiore e le Cassandre sostengono che Londra potrebbe subire la più brutta recessione in Europa. Secondo i più pessimisti l’economia inglese è destinata a fare peggio anche di quella americana, dato che ha gli stessi problemi ma esasperati. La crisi è finanziaria e Londra è il centro della finanza europea e uno dei tre poli della finanza mondiale. Dunque soffrirà in modo particolare. La Gran Bretagna, a differenza degli Usa e tanto più degli altri Paesi europei, non ha più una base industriale sufficientemente forte per contrastare la recessione nella finanza e nei servizi sofisticati ad alto valore aggiunto (consulenza, campo legale, pubblicità, marketing, architettura, mercato dell’arte, design..). I cittadini inglesi sono tra i più indebitati dell’Ocse e una crisi del credito colpirà implacabilmente chi ha conti da regolare con le banche. Le banche partono già dissestate per fare fronte a una forte crisi immobiliare. La gente sarà costretta a risparmiare per anni per ricostituire il capitale e ciò deprimerà i consumi e in genere tutta l’economia. I prezzi delle case scenderanno fortemente con previsioni del 30% in meno rispetto al picco dell’estate 2007. La sterlina sta già anticipando il peggioramento: da inizio anno da 2 dollari è scesa a 1,62 con un calo di quasi il 20%. Il cedimento anticipa un forte calo del costo del danaro: i tassi, attualmente al 4,5% potrebbero già scendere al 4% a fine anno e al 2% a fine del prossimo. Inoltre, la Gran Bretagna sta entrando nel ciclo negativo con i conti pubblici particolarmente in disordine, con il rischio di una lievitazione esponenziale del debito. A settembre con 8,1 miliardi di sterline il fabbisogno ha toccato il record mensile da 60 anni. Ciò obbligherà i prossimi Governi a una manovra di rientro fatta di tagli alle spese e dunque di impoverimento delle strutture del Paese almeno fino al 2015-6. Sette anni di vacche magre insomma, dopo due decenni di prosperità costruita sui debiti, minacciano gli inglesi.