Dopo il tempo delle vacche grasse arriva quello delle vacche magre. Ce n’eravamo quasi dimenticati dopo vent’anni di forte crescita. Col rischio che, questa volta, la crisi sia così grave da obbligarci ad andare indietro con la memoria agli shock petroliferi degli anni ’70, se non al terribile ’29. In Gran Bretagna, in particolare, la situazione è preoccupante, a causa del forte indebitamento degli inglesi. Il Governatore della Banca d’Inghilterra, Mervyn King, per la prima volta ha usato la parola recessione, rilevando che probabilmente è già cominciata. Ma quanto sarà grave per l’economia britannica?
Molti ancora ricordano il biennio 1990-2, caratterizzato da un crollo dei prezzi delle case, pignoramenti e 1,9 milioni di persone obbligate a ripagare interessi su mutui il cui valore era diventato assai superiore a quello degli immobili su cui erano accesi. Le banche inglesi dovettero per anni smaltire la sbornia dei crediti al settore immobiliare. Questa volta la situazione pare ancora peggiore e le Cassandre sostengono che Londra potrebbe subire la più brutta recessione in Europa. Secondo i più pessimisti l’economia inglese è destinata a fare peggio anche di quella americana, dato che ha gli stessi problemi ma esasperati. La crisi è finanziaria e Londra è il centro della finanza europea e uno dei tre poli della finanza mondiale. Dunque soffrirà in modo particolare. La Gran Bretagna, a differenza degli Usa e tanto più degli altri Paesi europei, non ha più una base industriale sufficientemente forte per contrastare la recessione nella finanza e nei servizi sofisticati ad alto valore aggiunto (consulenza, campo legale, pubblicità, marketing, architettura, mercato dell’arte, design..). I cittadini inglesi sono tra i più indebitati dell’Ocse e una crisi del credito colpirà implacabilmente chi ha conti da regolare con le banche. Le banche partono già dissestate per fare fronte a una forte crisi immobiliare. La gente sarà costretta a risparmiare per anni per ricostituire il capitale e ciò deprimerà i consumi e in genere tutta l’economia. I prezzi delle case scenderanno fortemente con previsioni del 30% in meno rispetto al picco dell’estate 2007. La sterlina sta già anticipando il peggioramento: da inizio anno da 2 dollari è scesa a 1,62 con un calo di quasi il 20%. Il cedimento anticipa un forte calo del costo del danaro: i tassi, attualmente al 4,5% potrebbero già scendere al 4% a fine anno e al 2% a fine del prossimo. Inoltre, la Gran Bretagna sta entrando nel ciclo negativo con i conti pubblici particolarmente in disordine, con il rischio di una lievitazione esponenziale del debito. A settembre con 8,1 miliardi di sterline il fabbisogno ha toccato il record mensile da 60 anni. Ciò obbligherà i prossimi Governi a una manovra di rientro fatta di tagli alle spese e dunque di impoverimento delle strutture del Paese almeno fino al 2015-6. Sette anni di vacche magre insomma, dopo due decenni di prosperità costruita sui debiti, minacciano gli inglesi.