A giudicare dalla raffica di dati negativi usciti nell’ultimo mese per l’economia della Gran Bretagna l’inverno è gia arrivato . Ultima delle Cassandre è stata l’Ocse, la prestigiosa organizzazione con sede a Parigi, secondo cui nella seconda metà dell’anno l’economia britannica entrerà addirittura in recessione, invertendo bruscamente un trend che l’aveva vista crescere del 3,1% nel 2007. D’altronde, i prezzi delle case hanno già ceduto mediamente il 10% dall’inizio dell’anno, le società di costruzioni hanno ridotto drasticamente l’attività e la City, secondo il think-tank Cebr, potrebbe perdere oltre 20mila posti di lavoro tra quest’anno e il prossimo.
Secondo la Camera di Commercio britannica, peraltro, il rallentamento dell’economia potrebbe portare a un aumento dei disoccupati tra 250 e 300mila nel prossimo biennio, portando il totale dei senza lavoro a 2 milioni e chiudendo tristemente un circolo virtuoso, dato che il livello sarà lo stesso che i laburisti ereditarono nel 1997, quando presero il potere. Il mercato immobiliare pare peraltro completamente bloccato, mentre secondo analisti della Ubs le banche inglesi avrebbero fatto ricorso per ben 200 miliardi di sterline al fondo di finanziamento di emergenza messo a disposizione dalla Banca d’Inghilterra. Una cifra quadrupla di quella inizialmente preventivata. Che succede a quello che una volta era il Paese virtuoso d’Europa? La risposta si concentra in una parola: debito. Debito privato, che pesa per il 109% del pil e che in un momento di stretta creditizia obbliga gli inglesi a stringere la cinghia più di altri europei. E debito pubblico, finora tenuto a bada da una forte crescita, che rischia però di uscire di controllo dato che il Governo è stato e sarà chiamato ad agire sempre più come pompiere a colpi di spesa pubblica. Ultimo della serie un pacchetto d’emergenza da 1,1 miliardi di sterline (1,4 miliardi di euro) per aiutare coloro che sono in difficoltà nell’acquisto della prima casa o faticano a rimborsare gli interessi sui mutui, mentre si parla in vista del pre-budget di autunno di nuove misure di sostegno. I bei tempi sono insomma finiti e i media inglesi stanno reagendo con panico, dilatando le cattive notizie e prevedendo la peggiore recessione dal dopoguerra.