Manchester City, ovvero la bolla del pallone

Sultanomanchester_2 Il mondo occidentale sta danzando attorno al baratro della recessione? Poco importa, grandi yacht, case di super-lusso e calciatori, con il corredo necessario di oligarchi e sceicchi che sborsano quattrini, ci pensano a tenere alti i cuori e i prezzi. Ne sa qualcosa il Manchester City, di cui da poco ha preso il controllo il fondo Adug di Abu Dhabi , che ha appena deciso di acquistare il calciatore Robinho dal Real Madrid per la cifra record di 32,5 milioni di sterline, pari a 40 milioni di euro. Il portavoce di Adug, Sulaiman Al-Fahim (foto), ha messo in chiaro che, sotto la nuova gestione, la squadra sarà ambiziosissima e punterà dritta alla Campions League. Non bderà a spese, dovesse anche passare la marca dei 100 milioni di sterline per un calciatore.

Una sparata che ha fatto capire senza tanti complimenti che il prescelto per la megatransazione sarebbe nientemeno che Cristiano Ronaldo, a cui potrebbero aggiungersi Fernando Torress dal Liverpool, Cesc Fabrega dall’Arsenal e David Villa del Valencia. Un "dream team" comprato a suon di solfoni. Il fondo Adug (acronimo per Abu Dhabi United Group) ha peraltro appena rilevato una quota imprecisata ma comunque di controllo del  Manchester City dal miliardario ex primo ministro thailandese Thaksin Shinawatra. Questi, che vive in esilio a Londra e ha parte del proprio patrimonio congelato dopo che un colpo di Stato in patria lo ha costretto ad andarsene (dopo un breve rimpatrio in febbraio per tentare di transare con le autorità fiscali, dal 10 agosto ha deciso di tornare nella capitale britannica) aveva comprato la squadra nel 2007 per 160 milioni di dollari, gli spiccioli che evidentemente era riuscito a mettere in salvo. Ora il fondo Adug ha grandi progetti e pare deciso a prendere di petto il tera-miliardario per definizione nonchè proprietario del Chelsea: Roman Abramovich. D’altronde il fondo Adug, che ha alzato la posta dicendo di volere investire un miliardo di dollari nell’industria del cinema, non è solo, dato che un altro fondo del Golfo, il Dubai International Capital, aveva recentemente tentato di mettere le mani sul Liverpool, comprandolo agli attuali proprietari americani, che hanno però rifiutato. Come notava nel proprio blog il "business editor" della Bbc, Robert Peston, ormai per alcuni fondi o personaggi che si sono arricchiti in virtù del forte aumento del petrolio e delle materie prime il danaro è talmente abbondante che deve necessariamente trovare un impiego. Qualunque esso sia. Che la festa continui.