Il “Financial Times” parlerà soltanto inglese

L’esperimento di diversificazione del Financial Times in altri Paesi è finito. Dopo avere venduto il quotidiano spagnolo Expansion all’italiana Rcs (come parte della cessione del gruppo Recoletos) e il francese Les Echos al gruppo Lvmh di Bernard Arnault, ora è stato il turno del Ft Deutschalnd , il giornale tedesco, ceduto a Gruener & Jahr che era in joint-venture con il Ft al 50%.

Una vendita ancora più sofferta, quest’ultima, rispetto alle altre due, dal momento che il quotidiano tedesco era stato creato dal nulla e concepito apposta per le esigenze locali da Andrew Gowers, che in virtù del successo iniziale venne poi fatto direttore del Financial Times dopo la partenza di Richard Lambert. Ma il Ft Deutschland, che vendeva 105mila copie al giorno, per quanto non abbia mai perso troppi soldi, non è stato mai redditizio, rivelandosi un investimento senza gran futuro in un mondo peraltro sempre più dominato dai media elettronici. Nella vecchia Europa in cui pochi parlavano l’inglese aveva senso forse creare un arcipelago editoriale che controllava diversi quotidiani economici nei principali Paesi europei. Una costellaione che escludeva l’Italia, dove il Ft fino alla fine degli anni ’90 avrebbe fatto volentieri un accordo con Il Sole 24 Ore o, in mancanza, un tentativo di partire da zero come in Germania con un socio minore, anche se non ha mai dato seguito al pensiero, preoccupato giustamente dal piccolo bacino dei lettori italiani e dalla forza del quotidiano della Confindustria. La scommessa della diversificazione non ha funzionato per vari motivi: intanto le redazioni dei vari giornali, malgrado la creazione di figure di coordinamento nel quartier generale di Londra non si sono mai parlate a sufficienza sul piano editoriale e ogni giornale è andato per la sua strada. In mancanza di importanti sinergie, che solo Murdoch è in grado di liberare, l’Ft si era alla fine trovato con una collezione di investimenti di portafoglio in diversi giornali. Con l’arrivo di internet e il crescente boom dell’informazione in inglese che può contare di un bacino di 600milioni di persone di lingua madre e almeno altri 400milioni di anglofoni, la piccola costellazione di giornali europei era diventata anacronistica. Di fronte alla sfida di Murdoch, che ha comprato il Wall Street Journal, al Ft conviene ora chiamare a raccolta tutte le forze, stringere il fronte e concentrare le risorse. Da oggi gli eserciti sono schierati e la battaglia sta per cominciare.