Dopo anni di navigazione a gonfie vele, la sterlina ha perso rapidamente velocità. In due mesi, e cioé dal novembre scorso, ha lasciato sul terreno il 10% rispetto alla valuta europea, scendendo oggi al minimo assoluto di 1,315 euro. Con lo spiacevole "effetto collaterale" per l’economia britannica di vedersi contro-sorpassare da quella francese per la prima volta dal 1999. Nel 2006 con un cambio medio di 1,47 euro l’economia britannica era del 6,7% più grande di quella francese. Al cambio di oggi è del 4% più piccola…
La forte caduta del "pound" è dovuta all’aspettativa di robusti tagli ai tassi d’interesse, che secondo gli economisti dovrebbero passare dall’attuale 5,5% al 4% a fine anno secondo i più pessimisti e al 4,5% secondo gli ottimisti. Un’aspettativa di forte taglio che ha inevitabilmente trascinato al ribasso la valuta britannica. Inoltre il flusso di capitali dall’estero ha rallentato e il deficit delle partite correnti sembra sempre più insostenibile. Rispetto a una crescita del pil di oltre il 3% nel 2007, il migliore risultato tra i Paesi del G8, quest’anno la crescita dovrebbe essere compresa tra l’1,5% e il 2% nella migliore delle ipotesi. La caduta della sterlina, alimentando l’inflazione tramite il prezzo delle merci importate da Usa e Ue, rischia peraltro di complicare la risposta della Banca d’Inghilterra che è chiamata a tagliare i tassi per rilanciare l’economia e togliere la pressione sugli inglesi che sono fortemente indebitati. La scommessa è difficile e sarà il vero banco di prova per Gordon Brown che dopo una serie di infortuni politici continua a difendersi dicendo che, malgrado tutte le critiche che gli si possono fare, sul fronte dell’economia ha provato di avere presieduto a 11 anni di crescita ininterrotta dell’economia. Finché dura….