Partito a razzo all’inizio dell’anno nella campagna vaccinale con l’obiettivo di mostrare al resto del mondo le prodezze della nuova Gran Bretagna liberata dalle catene della UE, il Governo britannico si sta mostrando alla distanza fanalino di coda rispetto agli altri Paesi europei. L’Italia, che è stata l’altro Paese europeo che ha registrato piu’ decessi in assoluto, sta infatti viaggiando al ritmo di poche decine di morti al giorno per un totale di poco piu’ di 131mila, con meno di 2mila contagi al giorno. Il Regno Unito viaggia oltre il centinaio di decessi per un totale di oltre 139mila e piu’ di 40 mila contagi giornalieri. Inoltre, i britannici stanno mostrando vistosi segni di rallentamento nelle vaccinazioni: secondo la graduatoria stilata dal Financial Times il 67% della popolazione è vaccinata due volte, poco sopra il 66% della Germania, alla pari con la Francia ma assai sotto il 71% dell’Italia, 74% del Belgio e il 78% della Spagna. Insomma, Londra ha finito di svolgere il ruolo di lepre che Johnson voleva attribuirle, peraltro con l’obiettivo di fare ripartire la propria economia piu’ rapidamente che il resto d’Europa.
Secondo Neil Ferguson, uno dei massimi esperti mondiali in materia di Covid-19, il peggioramento della situazione nel Regno Unito è dovuto essenzialmente a tre fattori: il primo, ironia della sorte, proprio al fatto che cominciando per prima (gennaio) la campagna vaccinale rispetto alla massima parte di tutti gli altri Paesi, ora l’effetto sta svanendo lasciando la popolazione piu’ esposta rispetto a chi ha operato piu’ tardi. Cio’ si aggiunge al fatto che il Paese è uno di quelli col piu’ basso numero di giovani sotto i 15 anni che hanno preso il vaccino. Infine, il vaccino Astra Zeneca, con cui la massima parte della popolazione è vaccinata, è meno efficace alla distanza. Un’ altra vicenda ironica se si ricordano le polemiche di inizio anno quando la UE accusava Londra di cercare di tenere tutto per sè il miracoloso rimedio, rivelatosi poi meno efficace di altri rivali come Pfizer BionTech e Moderna.
Ma il quadro non sarebbe completo se non si aggiungesse la politica, nella persona del premier Boris Johnson già due volte sotto tiro per avere tardato i lockdown e causato morti inutili in occasione della prima ondata di marzo e poi della seconda a novembre quando si tocco’ la punta di oltre 60mila contagi al di’. Johnson ora pare replicare per la terza volta, causa eccesso di disinvoltura che ha portato praticamente a una riduzione al minimo delle misure di prevenzione da quando, il 19 luglio, battezzato freedom day, ha rotto gli argini, dando praticamente il via libera alla fine del distanziamento sociale. Tranne che in alcuni posti pubblici deputati come la metropolitana, gli ospedali e le farmacie, ormai la mascherina è praticamente sparita dalle vie britanniche, oltre che in molti locali chiusi. I contagi in impennata fortunatamente non si sono tradotti nell’ecatombe di gennaio, quando si passavano i mille morti al giorno, ma è un fatto che i ricoveri aumentano progressivamente e che, come si diceva, ormai rispetto all’Italia il Regno Unito viaggia a cifre doppie con i decessi giornalieri, con una media di 130 morti da settembre. Quasi un centinaio al giorno piu’ che da noi. Sono sacrificati sull’altare della libertà e dell’economia? Notare che, nel secondo caso, quando i contagi e i decessi iniziavano a impegnare il sistema sanitario britannico oltre misura, il governo ha dovuto ricorrere a una ripresa dei lockdown ben piu’ rigidi rispetto al semplice indossare la mascherina a uso preventivo. Ma la prevenzione e la guida morbida non fanno parte dell’andazzo sussultorio della gestione Johnson tutto sterzate, frenate e riprese brucianti, scorciatoie e scommesse che, alla distanza, stanno mettendo Londra nel drappello di coda della maratona della lotta alla pandemia. Con l’atteggiamento degli ultimi mesi non c’era da stupirsi che i contagi sarebbero ripartiti… Una constatazione elementare, che pero’ non si è voluta fare per un populismo piacione di breve termine che regolarmente mostra i propri limiti sul lungo.