Se dai tragici fatti di Parigi possiamo individuare un effetto “positivo”, almeno per quanto riguarda gli inglesi, vorrei attirare la vostra attenzione su una data: il 17 novembre, quando allo stadio di Wembley, alla partita amichevole Francia Inghilterra, i tifosi inglesi hanno intonato assieme ai francesi la Marsigliese. Non e’ cosa da poco. Non ricordo che al tempo dell’attacco alle torri gemelle sia stato cantato l’inno americano per le strade di Londra. La Marsigliese è l’inno nazionale francese, che celebra la Francia repubblicana nata in modo cruento sulle ceneri di una monarchia passata per la ghigliottina. Gli inglesi, da parte loro, restano fondamentalmente monarchici e considerano i francesi delle teste calde, sempre pronti a manifestare, a protestare e a scioperare. Hanno da sempre un rapporto sofferto con i cugini d’oltremanica, con i quali passano il tempo a punzecchiarsi. La stessa Unione Europea, sempre più contestata a Londra, è considerata fondamentalmente un’emanazione intellettuale di una Francia burocratica, agricola e socialisteggiante. Eppure, con uno slancio mai visto, inglesi di tutte le classi sociali si sono sgolati all’unisono in uno slancio di generosità sorprendente nell’arena di Wembley. Non solo: le manifestazioni di simpatia sono state tantissime e lo stesso premier David Cameron, poco dopo gli attentati si è rivolto ai francesi parlando per un poco la loro lingua.
I fatti di Parigi hanno aperto uno squarcio emotivo. D’un tratto gli inglesi hanno capito (forse anche per merito di Obama, che ha reagito subito con simpatia agli attentati, definendo i francesi “il nostro alleato più antico”) quante sono le cose che li accomunano. Dai colori della bandiera, alle guerre combattute il secolo scorso sullo stesso fronte, all’amore profondo per la libertà. Sembra una parola ritrita, eppure la libertà è sentita in modo particolarmente forte in USA, Francia e Gran Bretagna, che hanno un legame solido con la rivoluzione illuminista che ha promosso la tolleranza e una visione del mondo basata sulla scienza. Gli inglesi si sono ricordati di avere migliaia di proprietà in Francia, di accogliere oltre mezzo milione di francesi a Londra, si sono ricordati di apprezzare la loro cucina e i vini, a essere attratti dallo charme del loro stile di vita. In queste ore Cameron sta spingendo per ottenere la luce verde per bombardare la Siria a fianco dei francesi che stanno facendo crescenti pressioni su Londra. Un voto che si rivelerà particolarmente sofferto per i laburisti, spaccati a metà come una mela tra blairiani e socialisti pacifisti.
Ironia della sorte, al prossimo consiglio europeo Cameron dovrà mettere da parte il suo piano di protesta e la filza di richieste che stava preparando per ottenere riforme dalla UE per cedere il passo all’agenda anti-terrorista. La situazione internazionale è precipitata e non c’è tempo per discutere sul mobilio mentre il tetto della casa brucia. Dopo anni di distinzioni e critiche, gli inglesi si sono ricordati di essere europei e che l’Europa ha valori comuni preziosi che vanno difesi.