L’ultima scioccante notizia della serie viene da un sondaggio ripreso dal Mail on Sunday, del gruppo editoriale conservatore Mail, secondo cui la maggioranza degli inglesi non fa ormai mistero di voler lasciare la UE, con una tendenza all’aumento di pari all’acuirsi della crisi dei migranti. Il margine dei “secessionisti” è esiguo, ossia 51% contro il 49% di chi intende restare, ma, visto in prospettiva, si rivela allarmante. Nel 2000, ai tempi di Tony Blair, gli inglesi che volevano restare nella UE erano infatti il 62% e ancora in luglio di quest’anno avevano una maggioranza del 54%. In un paio di mesi la situazione si è rovesciata sulla scia della crisi dei migranti. Secondo il sondaggio, peraltro, ben il 22% di coloro che desiderano rimanere è pronto a cambiare idea orientandosi per il no nel caso di un deterioramento della crisi dei migranti. Alla faccia dei complimenti giunti da ogni parte d’Europa alla cancelliera Angela Merkel, l’opinione pubblica inglese sostiene infatti al 64% il rifiuto del premier David Cameron di firmare il piano UE di quote migranti nei vari Paesi. Ancor più scioccante la posizione verso gli immigrati siriani in particolare: ben il 45% degli intervistati si dice pronto ad accogliere non più di mille immigrati in totale (con il 29% che non ne vuole nemmeno uno) e solo il 4% tra 100 e 300 mila. Per la cronaca i tedeschi ne accoglieranno quest’anno 800 mila…
Cosa sta succedendo? Come mai gli inglesi stanno dando una prova di meschineria di fronte a una crisi umanitaria? Come mai un Paese che è stato tradizionalmente terra d’asilo per i perseguitati e che dell’apertura del mercato del lavoro ha fatto un vessillo ideologico è diventato insofferente e ha deciso di iniziare a girare l’argano del ponte levatoio? Come mai all’interno del Governo Cameron serpeggiano sempre più frequenti proposte per contenere in vari modi anche l’immigrazione da parte dei membri della UE alla faccia del trattato fondante che precede libera circolazione delle persone?
Una spiegazione giunge a mio avviso senz’altro dalla potente ondata migratoria degli ultimi 20 anni. Un’ondata che ha portato a una reazione di saturazione. Ormai più’ di un londinese su tre (ossia 2,8 milioni di persone) è nato all’estero. Alla faccia dell’impegno di Cameron di contenere l’immigrazione netta (saldo tra chi arriva e chi parte) a 100mila persone l’anno, la cifra annua si è attestata mediamente su oltre 300mila. Gli europei immigrati in questi anni hanno fatto la parte del leone e in particolare quelli dei Paesi dell’Est: nel giro di un decennio è arrivato oltre un milione di persone abbastanza qualificate che hanno depresso i salari della fascia bassa del mercato del lavoro inglese dove la mano d’opera è scarsamente qualificata. Così, la tollerante Gran Bretagna, che dava lezioni a tutti di liberismo, è entrata in crisi di saturazione, con conseguenti manifestazioni di paranoia. Stando a un recente articolo di The Independent, i richiedenti asilo siriani accolti in Gran Bretagna quest’anno sono stati poco più di 200, meno di quante persone stanno in un treno della metropolitana. Eppure, come risulta dal nostro sondaggio, un inglese su tre non è disposto ad accoglierne uno in più. Non credo che la gente sia crudele ma credo che l’irritazione imperante sta creando confusione tra migranti economici, europei e extraeuropei e richiedenti asilo che fuggono da una situazione insostenibile in cui sono in pericolo di vita. Inoltre, è dura a morire la vulgata secondo cui gli immigrati (indistintamente tutti) verrebbero in Gran Bretagna per profittare di un generoso sistema di welfare, mentre numerosi studi provano il contrario, ossia che costoro sono contribuenti netti e pagano molte più tasse di quanto prendano in assistenza, mantenendo gli inglesi che vivono di sussidi.
Ma tant’è: il vento sta decisamente cambiando in Gran Bretagna. La brezza xenofoba di alcuni mesi fa si sta trasformando in un forte vento. Cameron cavalca l’onda anche perché deve tenere a bada la destra del proprio partito che sta creando un gorgo di risentimento indistinto tra l’Unione Europea e la crisi dei migranti. Al punto che a mio avviso molti, pur di andare contro alla UE, criticano l’atteggiamento umanitario assunto dalla Merkel, passando dalla parte del torto. Quando si agisce per stizza la ragione si annebbia e non si riesce più a distinguere razionalmente. Insomma, spiace dirlo, ma gli inglesi stanno perdendo il loro proverbiale sangue freddo.