Sorry, the boat is full…

Chi ricorda le battaglie britanniche in favore dell’approfondimento del mercato unico? Niente Europa federale, niente Euro, prima bisogna approfondire il mercato EU, recitava il mantra di Downing Street in osservanza al credo dei liberi mercati. E cosa non è il mercato unico se non un’area di libera circolazione di merci, persone e capitali? Persone, quali persone? Andiamoci piano…Cerchiamo di ridefinire il concetto, dice oggi Downing Street. Non solo infatti Londra teme l’invasione degli extraeuropei, ma anche e soprattutto dei cugini europei. Chi l’avrebbe detto che gli inglesi avrebbero deciso di mettere un freno agli arrivi dei cittadini UE?  Sissignori, i cittadini UE potrebbero infatti, secondo una proposta del ministro degli Interni Theresa May, entrare nel Regno Unito solo se già con un’offerta di lavoro. L’anno scorso circa 63mila europei sono arrivati in UK senza lavoro. A quanto sembra, alla fine, un posto lo hanno trovato tutti e nessuno dorme sotto i ponti. Ma ora giunge dalla May una trovata che, più che una proposta di legge, pare il famoso Comma 22: “siamo lieti di accoglierti solo se hai un lavoro, ma non possiamo permetterti di mettere piedi sull’isola perché tu possa cercarlo”. Di più: ora il Governo britannico è sempre più incline a legiferare per non concedere i benefici del sistema del welfare prima del compimento dei 4 anni dall’arrivo di un cittadino europeo nel Regno Unito.

Il Governo Cameron sta indubbiamente virando a destra sul tema dell’immigrazione. Teme di essere scavalcato dagli eurofobi dell’UKIP di Nigel Farage o, peggio, di essere messo con le spalle al muro dall’ala radicale del proprio partito che chiede una revisione profonda dei rapporti con la UE. Cameron ha promesso un referendum entro il 2017, sperando di negoziare ora di allora un accordo con la UE che dia a Londra molta più libertà di manovra su temi come il federalismo e l’immigrazione. L’argomento è dunque scottante e va gestito con astuzia. Bruxelles e la stessa Angela Merkel hanno già mostrato il cartellino giallo a Londra dicendo che ci sono limiti alle esenzioni o modifiche di principi fondanti dell’Unione, come appunto la libertà di circolazione delle persone. Cameron, che ha promesso a più riprese di volere contenere l’immigrazione netta (saldo tra arrivi e partenze di residenti in UK) a 100mila persone l’anno è nel panico dopo che è  emerso che nell’anno fiscale 2014-15 (al 31 marzo) l’immigrazione netta è giunta a 330mila unità. A contribuire a tale balzo un’impennata dell’immigrazione lorda dalla UE con 269mila persone rispetto a un totale di 636mila. Insomma, dopo tante lezioni di liberismo, Londra ora erige le barricate davanti a cifre che impallidiscono rispetto agli 800mila richiedenti asilo che si appresta a ricevere la Germania. Davanti ai tedeschi che danno prova di magnanimità, a italiani e greci sommersi dalla pressione dei flussi migratori, insomma davanti a una situazione di emergenza che richiederebbe che ogni Stato UE faccia la propria parte Londra, che chiede sempre più controlli ai cugini europei, che strilla per 5mila migranti accampati a Calais, sta mostrando un lato meschino che sorprende non tanto in termini morali, merce rara in politica, ma anche pragmatici, materia su cui gli inglesi sono maestri. Tutte le statisiche infatti dimostrano che gli immigrati in generale ma in particolare gli Europei che arrivano nel Regno Unito, sono di gran lunga contribuenti netti al benessere del Paese dato che pesano pochissimo sul welfare e pagano le tasse. Cotrariamente alla vulgata del l’infido straniero che arriva per profittare del welfare di un Paese con standard di vita più elevati, gli stranieri, e gli europei in particolare, laddove non fuggono da guerre e persecuzioni, lasciano le sicurezze di casa propria e affrontano l’ignoto per desiderio di fare e intraprendere e portano al Paese ospitante una carica di dinamismo enorme. Capita alla massima parte degli italiani che sono giunti a Londra, desiderosi di affermarsi e sfuggire alla palude del proprio Paese perchè manca di stimoli e prospettive ma non perchè non garantisce gli standar minimi di welfare. A parte poi il clima e le bellezze naturali e artistiche che i nostri compatrioti si mettono alle spalle. Non a caso la Confindustria britannica che di gente motivata e competente ha bisogno, ha messo in guardia il Governo dal non  compiere passi falsi.

Il paradosso che si sta infatti realizzando è che dopo avere accolto perseguitati e minoranze per secoli e, dopo la guerra, una massa di emigranti economici, ora la Gran Bretagna rischia di fare brutta figura sul piano morale dando un forte giro di vite ai richiedenti asilo costretti a lasciare il loro Paese proprio mentre la Germania (che ha un passato ben diverso) sta aprendo le porte e dall’altro, sul piano politico ed economico, chiudendo le porte ai cittadini UE col rischio di contravvenire ai principi fondamentali dell’Unione Europea.

Ma il populismo e la battuta facile sembra dilagare anche a Londra, la città più viva e dinamica d’Europa proprio in virtù di una continua immigrazione che ha portato oggi la capitale a contare una popolazione per oltre un terzo di origine straniera. Sull’onda dell’allarmismo il Governo pare andare contro gli interessi del Paese e a dare un pessimo esempio agli altri Paesi europei: da un lato perchè rinnega secoli di apertura e libero mercato (del lavoro) e dall’altro mostrandosi di un egoismo e meschinità che è di pessimo esempio per altri Paesi sottoposti alla pressione dell’immigrazione: che dovrebbero dire allora gli italiani o i greci? O i poveri libanesi, la cui popolazione è ormai composta per oltre il 20% di profughi palestinesi e siriani ma riesce lo stesso a reggere stoicamente il colpo?

  • LordBB |

    …”Capita alla massima parte degli italiani che sono giunti a Londra, desiderosi di affermarsi e sfuggire alla palude del proprio Paese perchè manca di stimoli e prospettive ma non perchè non garantisce gli standar minimi di welfare. A parte poi il clima e le bellezze naturali e artistiche che i nostri compatrioti si mettono alle spalle.”…

    …GRANDE NIADA!!!

    Sto seguendo anch’io con attenzione i commenti di Cameron…posso anche capire i ragionamenti politici e la ricerca del consenso dei Tory…ma non riesco a capire se sono solo tattiche politiche oppure c’é sinceramente la volontá politica di “chiudersi” alla EU?!?

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