Non ho mai amato le estrapolazioni, a partire dalle previsioni del tempo, specie quelle oltre le 48 ore, che regolarmente si rivelano inaccurate. Né, in un mondo maniaco di misurazioni, spesso ridicole, mi sento di dare peso alle proiezioni economiche a medio e lungo termine. Troppi fattori esogeni concorrono a mano a mano che ci si allontana dalla situazione iniziale, troppi imprevisti e spesso troppo wishful thinking che inconsciamente ci spinge a dimostrare qualcosa. Detto questo, trattandosi di Londra, che è il nostro tema preferito, trattandosi di immigrazione, che è stato un argomento incandescente nel dibattito delle ultime elezioni europee, non mi sento di esimermi dal segnalare l’ultimo vaticinio prossimo e venturo sulla crescita della popolazione della capitale britannica. Anche perché, le previsioni dovrebbero essere nei limiti accurate, dato che non vengono da una fattucchiera di MacBeth, bensì niente di meno che dall’ONS, l’augusto e autorevole Office for National Statistics, che a maneggiare numeri è avvezzo.
Ebbene, secondo l’ONS, tra quindici anni la popolazione della capitale è destinata a superare i 10 milioni. In vista della tappa del 2029, a cui si aggiunge a distanza un picco di 10,7 milioni nel 2037, ben più interessante mi pare il dato intermedio di 9,4 milioni nel 2022, ossia tra 8 anni, dato che l’impennata nella crescita demografica sembra concentrarsi in massima parte nei prossimi anni a venire. In altre parole, considerando che Londra ha attualmente 8,3 milioni di abitanti, dovrebbe aggiungere, nel giro di 8 anni, un altro milione, equivalente a una Birmingham o una Torino, se vogliamo mantenere il paragone più comprensibile e vicino a casa nostra. Insomma, a passi rapidi stiamo per bruciare il precedente record della popolazione della capitale di 8,5 milioni stabilito a cavallo della Seconda Guerra fino al 1951, data a partire dalla quale la città è andata vuotandosi, fino a toccare il minimo di 6,6 milioni nel 1981, con una perdita secca di 2 milioni. Oggi quei due milioni sono stati in massima parte recuperati e ci si appresta a raggiungere territori inesplorati.
Ma come è possibile prevedere tanta crescita demografica? Assisteremo a nuove ondate di immigrazione malgrado crescano in modo chiaro i segnali di insofferenza verso gli stranieri da parte degli inglesi e gli sforzi della politica di mettere un argine al fenomeno? Secondo l’ineffabile ONS gran parte della crescita sarà endogena. Dato che ben il 44% della popolazione oggi ha un’età compresa tra i 16 e i 44 anni, ossia l’età della procreazione, molti di costoro genereranno figlioli in abbondanza, portando a un aumento del 16% delle nascite. Soltanto nel 2022 dovremo attenderci 50mila bambini sotto i 4 anni più di oggi e oltre 100mila tra i 5 e i 9 anni. Il fatto che Londra sarà una città sempre più giovane avrà un effetto decisivo sulle statistiche complessive, alterando fortemente il rapporto tra residenti nati e morti. Per cui ben il 90% della crescita avverrà semplicemente in virtù dell’arrivo di una nuova generazione. La città continuerà a generare nuove energie, rinnovandosi con tanti nuovi germogli. E l’immigrazione? Questa secondo lo studio del ONS conterà soltanto per il 10% della crescita futura dato che a fronte di tanti nuovi arrivi ci saranno nuove partenze e la bilancia netta dei residenti di questo gran porto di mare, in cui tutto si crea e tutto si distrugge, si salderà con una crescita irrilevante rispetto a quella causata dai londinesi residenti. Giovane e dinamica quasi come una città in via di sviluppo, alimentata da una fontana dell’eterna giovinezza, Londra sarà destinata a fare da dinamo non solo al resto del Paese ma al resto d’Europa per il prossimo ventennio. Statistiche a parte, attendiamo la prova dei fatti.