Dopo gli hedge funds, sono le compagnie d’assicurazione a essere a rischio. Lo ha detto la Banca d’Inghilterra nel suo Financial Stability Report il 28 ottobre, sostenendo che il calo dei mercati azionari potrebbe metterne severamente alla prova i coefficienti patrimoniali. E la Fsa, l’organo di vigilanza dei mercati, sarebbe passata alle vie di fatto, mettendo in piedi un team di pronto intervento per affrontare un’eventuale crisi del settore che porti a una nuova spirale di vendite forzate.
Richiesta di un commento la Fsa ha detto che il rafforzamento del team che è poi un panel di legali, fa parte di una decisione presa già da maggio e riguarda tutti i soggetti finanziari e non solo le assicurazioni. Il nervosismo è comunque palpabile tra le autorità monetarie. Sia Bank of England sia Fsa seguono da vicino la situazione. La prima ha detto che nel caso di un abbassamento del rating delle compagnie, queste potrebbero trovarsi in difficoltà ed essere costrette a vendere attività. Dando vita a un pericoloso circolo vizioso che deprimerebbe vieppiù il già depresso mercato azionario e obbligazionario. La Fsa starebbe, secondo indiscrezioni di "The Times" considerando di sospendere, in caso di emergenza, la pratica contabile del mark to market da parte delle compagnie d’assicurazione per dare loro la possibilità di tirare un sospiro di sollievo. Il meccanismo obbliga le società che detengono titoli di segnare il prezzo di carico alla fine di ogni giornata di contrattazioni. Ciò ovviamente impatta sul valore della banca o istituto finanziario e assicurativo, creando, in periodi di volatilità come questi, un impatto destabilizzante. Il 28 ottobre Aviva, il colosso brtannico, ha tranquillizzato i mercati dicendo di avere un "cuscino"di riserve di capitale di 1,3 miliardi di sterline, che scenderebbe a 900 milioni anche nel caso di un ulteriore calo del 20% dei listini. Il titolo ha infatti chiuso in rialzo del 5,6%. Ma il nervosismo e il disagio restano sull’intero settore.