Una delle conseguenze epocali di questa tremenda crisi finanziaria è stata la creazione di una nuova categoria di disoccupati: i ricchi banchieri messi in esubero dalle grandi investment banks americane. A Londra sono ormai una legione. La falcidia ha colpito trasversalmente ogni classe di età: i giovanissimi neo-assunti, che stanno cercando di reinventarsi con attività alternative, i quarantenni che hanno ormai già fatto carriera ma non hanno messo via abbastanza soldi e faticano a riciclarsi e gli ultracinquantenni, che detenevano posizioni di prestigio e hanno ormai messo un sacco di fieno in cascina. Questi ultimi, con scuse più o meno patetiche, avanzate per nascondere il licenziamento, raccontano che, d’un tratto, sono stati colti dall’ispirazione di cambiare vita e fare altro. Siamo di fronte comunque al più grande spreco di risorse intellettuali della storia dato che gente plurilaureata, poliglotta, colta e con grande esperienza si trova d’un tratto a essere inutile, con la prospettiva di restare fuori gioco per anni.
I più spietati penseranno che questi banchieri, colpevoli di avere creato una bolla finanziaria il cui scoppio sta gettando il mondo nella peggiore crisi economica dalla Grande Depressione se lo meritano. Ma al di là della ricerca di capri espiatori in una storia con numerosi colpevoli, lo spreco di risorse umane in corso deve fare riflettere. Se, come alcuni prevedono, il mondo della finanza si ridurrà di un terzo, almeno per alcuni anni, avremo numerose persone di alto valore intellettuale e ad alto tasso di energia imprenditoriale per strada. Lo stesso, su scala minore, almeno nel mondo anglosassone, sta accadendo nel campo dei media a causa della crisi della stampa e dei bassi margini di profitto dell’informazione elettronica online che la sta sostituendo. Rapidamente ci troviamo in un mondo sottosopra. Se fino a poco tempo fa era prevedibile che fossero i lavoratori dell’industria a basso valore aggiunto quelli condannati inesorabilmente a fare le spese in Occidente ora è la classe dirigente a subire gli effetti di un vero e proprio bombardamento. A farla franca sono gli impiegati pubblici, l’accademia e coloro che operano in settori essenziali come l’alimentare o il farmaceutico. Un amico che è un alto funzionario del Tesoro britannico mi ha detto recentemente che il suo dipartimento è sepolto da richieste di lavoro di ex banchieri che cercano il posto statale. Altri banchieri si sono ingegnati tentando una carriera accademica, altri la consulenza, altri perfino il giardinaggio. Nei media la condanna dei neo-licenziati secondo quanto mi raccontava un’ amica alla guida di un importante settimanale britannico, sarà di creare una legione di proletari della penna che offrirà i propri servizi esterni ai giornali, i quali potranno così risparmiare fortemente sui costi. Siamo insomma di fronte a un tremendo processo di "distruzione creativa". Londra pare in questo momento esserne all’epicentro più di ogni altra città europea. Tutto può accadere.