Lo stesso mi è capitato l'indomani mattina nella City nell'area commerciale di Cheapside. I negozi erano totalmente vuoti. Sempre a Notting Hill, dove abito, ho contato per la prima volta tre negozi chiusi in breve successione con i locali offerti in affitto. Il segnale è inquietante, perchè non mi è mai capitato di vedere tre chiusure in tempi così rapidi. E ciò in un quartiere benestante. Le statistiche peraltro non aiutano in questo periodo: l'associazione dei negozianti al dettaglio, i British Reatailers, ha detto infatti che, malgrado l'affollamento che i nostri amici italiani hanno notato, le vendite natalizie hanno subito il peggiore calo dal 1994. Certo, non è mai utile generalizzare e mentre alcuni grandi magazzini come Marks & Spencer sono andati male perchè nella fascia più alta dei prezzi dei supermarket alimentari (la gente sta scendendo ora di livello per risparmiare andando in catene come Waitrose e Sainsbury, altrettanto di qualità) altri, come Primark, che vende tutto a prezzi stracciati, hanno fatto scintille registrando un balzo del 18% nelle vendite nelle ultime 16 settimane terminate il 3 gennaio. La gente, insomma, ha finito i soldi. Dopo essere vissuta 20 anni a debito è costretta a ricostituire le scorte risparmiando. Si aggiunga che la disoccupazione, salita a 1,9 milioni da 1,5 milioni all'inizio dello scorso anno, butta male, con proiezioni a 3 milioni per la fine di quest'anno. Disoccupati in più, vuol dire consumatori in meno, con tutte le conseguenze del caso. I negozi che hanno svenduto i propri articoli a prezzo di costo (molti comprati con un euro a 1,50 cent sulla sterlina), se non sottocosto, hanno ridotto i margini quasi a zero se non hanno perso. Ora che si apprestano a fare ordini per il resto dell'anno si trovano davanti a una prospettiva grama, specie nei prossimi mesi prima dell'estate. Saranno i mesi più duri. Un ostacolo che per molti rischierà di rivelarsi insormontabile.