Gli insegnanti inglesi hanno lanciato un terribile atto d'accusa contro i genitori, rei non solo di non essere all'altezza delle proprie responsabilità, ma di minare l'autorità e la credibilità di maestri e professori. Tra le carenze rilevate negli alunni, la difficoltà di relazionarsi agli altri, difficoltà nel vestirsi, di usare decentemente i servizi igienici oltre alla tendenza a lasciare in giro gli avanzi dei pasti. Le critiche mosse al convegno annuale dell'associazione nazionale di categoria (ATL) a Liverpool mostrano che la misura è colma. Tanto più che gli insegnanti si trovano sempre più al centro di roventi accuse lanciate dai genitori che li ritengono responsabili se la loro figliola 14enne resta in cinta o se il figlio 13enne fuma canapa indiana. Ormai nel 40% dei casi gli insegnanti sono oggetto di aggressioni verbali da parte dei genitori che li ritengono colpevoli di ogni carenza. Si tratta spesso dei genitori dei figli i cui comportamenti in classe sono più violenti . Il problema si pone peraltro sempre più anche da noi in Italia.
Secondo gli insegnanti, non si tratta più di una questione di povertà, con famiglie incapaci culturalmente e materialmente di badare ai propri figli. Il problema riguarda spesso nuclei benestanti che ai propri figli non fanno mancare nulla sul piano materiale ma non concedono alcun tempo o energia per essere presenti ed educarli decentemente. I genitori, invece di comportarsi da adulti, utilizzando il principio di autorità per elevare culturalmente la propria prole, si comportano in modo altrettanto infantile. Non si contano peraltro i casi di genitori che incoraggiano i figli a ribellarsi agli insegnanti o a essere violenti con i propri compagni. In queste condizioni pretendere che un insegnante riesca per miracolo a educare, oltre che a istruire, una ventina di piccoli selvaggi che pascolano in classe là dove due genitori non sono riusciti con il paio di creature che mediamente mettono al mondo è una pia illusione. In Gran Bretagna sempre più c'è la pretesa che lo Stato e i servizi sociali assolvano al ruolo della famiglia. Con conseguenze devastanti. Continuano infatti ad aumentare i casi di bambini oggetto di violenze (fino alla morte) in nuclei famigliari spappolati. I giornali strillano e indicano i colpevoli nell'assistente sociale di turno che non si è mossa a tempo o non ha denunciato il caso tempestivamente. Il fatto è che pretendere che una struttura di quartiere statale e a spesso a corto di personale si sostituisca a una famiglia è un'altra pia illusione. Ma anche i media devono vendere e preferiscono accarezzare l'opinione pubblica per il verso del pelo. Col risultato che la società continua a imbarbarirsi e le famiglie a deresponsabilizzarsi proprio quando servirebbero le migliori risorse educative per dare un futuro decente alla generazione che dovrà fare fronte alle conseguenze della peggiore recessione dal dopoguerra.