Secondo gli insegnanti, non si tratta più di una questione di povertà, con famiglie incapaci culturalmente e materialmente di badare ai propri figli. Il problema riguarda spesso nuclei benestanti che ai propri figli non fanno mancare nulla sul piano materiale ma non concedono alcun tempo o energia per essere presenti ed educarli decentemente. I genitori, invece di comportarsi da adulti, utilizzando il principio di autorità per elevare culturalmente la propria prole, si comportano in modo altrettanto infantile. Non si contano peraltro i casi di genitori che incoraggiano i figli a ribellarsi agli insegnanti o a essere violenti con i propri compagni. In queste condizioni pretendere che un insegnante riesca per miracolo a educare, oltre che a istruire, una ventina di piccoli selvaggi che pascolano in classe là dove due genitori non sono riusciti con il paio di creature che mediamente mettono al mondo è una pia illusione. In Gran Bretagna sempre più c'è la pretesa che lo Stato e i servizi sociali assolvano al ruolo della famiglia. Con conseguenze devastanti. Continuano infatti ad aumentare i casi di bambini oggetto di violenze (fino alla morte) in nuclei famigliari spappolati. I giornali strillano e indicano i colpevoli nell'assistente sociale di turno che non si è mossa a tempo o non ha denunciato il caso tempestivamente. Il fatto è che pretendere che una struttura di quartiere statale e a spesso a corto di personale si sostituisca a una famiglia è un'altra pia illusione. Ma anche i media devono vendere e preferiscono accarezzare l'opinione pubblica per il verso del pelo. Col risultato che la società continua a imbarbarirsi e le famiglie a deresponsabilizzarsi proprio quando servirebbero le migliori risorse educative per dare un futuro decente alla generazione che dovrà fare fronte alle conseguenze della peggiore recessione dal dopoguerra.