Pochi riconosceranno in questa immagine un ritratto "vintage" del Cancelliere dello Scacchiere britannico Alastair Darling poco più che ventenne. Erano gli anni '70 e l'allora barbuto Darling era sostenitore della Terza Internazionale trotzkista. Erano i tempi della crisi petrolifera e dell'Austerity. Un'austerity in cui il Regno Unito è nuovamente precipitato nel giro di 9 mesi dopo 16 anni di boom ininterrotto. Un'austerità confermata, se ce ne era bisogno, da un Budget, (la legge finanziaria) che ha impietosamente svelato una montagna di debiti che il Paese si troverà a smaltire, secondo i pessimisti, nell'arco di una generazione. Un gigantesco trasferimento di debito dal campo privato a quello pubblico.
Debito (pubblico) è infatti la formula magica usata dal premier Gordon Brown e dai suoi adepti, come Alastair Darling, per fare uscire dalla crisi un Paese che si è fortemente indebitato (privatamente). Con tre grandi banche e una piccola nazionalizzate a spese del contribuente, un pil in caduta libera – probabilmente in recessione del 3,9% secondo le ultime previsioni – e la prospettiva di entrate miserrime, si è infatti scavata una caverna nei conti pubblici. Il fabbisogno, in pratica il deficit da finanziare, schizzerà dal poco più del 3% del pil lo scorso anno a oltre il 12% nell'anno in corso, pari a 175 miliardi di sterline. Il rapporto tra debito netto e pil a sua volta salirà da una media virtuosa del 40% al 75%, a livelli vicini a quelli dell'Italia. Come faceva notare recentemente un economista, il problema della Gran Bretagna rispetto ad altre nazioni europee non è tanto la durezza della recessione, che potrebbe manifestarsi più acuta in Paesi come Italia o Germania, fortemente dipendenti dall'export e con prospettive di contrazione del pil superiori al 4% durante quest'anno. Il problema della Gran Bretagna è il dissesto della finanza pubblica che si è venuto a creare in un anno, con un'accelerazione senza precedenti dal dopoguerra. Alla generazione di Darling, che è la mia, e che nel bene e nel male ha potuto godere del maggiore periodo di benessere della storia dell'Umanità, è toccato l'amaro compito di trovarsi a operare sullo spartiacque di una dolorosissima transizione che costerà assai cara ai giovani d'oggi. Una cosa è certa: piuttosto che ridurre la finanza pubblica in penose condizioni e ora alzare fortemente le tasse introducendo un'aliquota massima del 50% dal prossimo anno (che sale al 61% con i contributi previdenziali) sui redditi superiori a 150mila sterline annue, forse era meglio che i laburisti promuovessero maggiormente la prudenza ai tempi delle vacche grasse. Quella prudenza che Brown aveva a parole sempre sulla bocca ma di cui in realtà si beffava bellamente, permettendo che venissero erogati mutui del 110% del valore degli immobili. Quei debiti ora qualcuno li deve pagare. Se non potranno più i singoli, sarà la comunità chiamata a saldare il conto. Ora, domani e negli anni a venire.