La corona britannica è sopravvissuta perchè si è saputa adattare ai tempi. Il matrimonio di Will e Kate non solo ha confermato la regola, ma è andato un passo più in là. Il principino, ora divenuto Duca di Cambridge, è infatti riuscito a dare un'immagine di modernità che ha colto in contropiede quanti aspirano pateticamente verso l'alto con una visione vetusta della pompa e dei privilegi. Una serie di mosse "democratiche" ben assestate, grazie alla sapiente regia dei consiglieri di casa reale, ha infatti creato situazioni inattese, accolte con entusiasmo anche dai giovani inglesi. Insomma, un avvio promettente: contrariamente al padre Carlo e alla sfortunata madre Diana, Will e Kate sono una coppia reale al passo con i tempi che a mio avviso è destinata a durare.
William si è scelto, tanto per cominciare, una donna borghese, ex compagna di Università, con cui ha avuto un rapporto semplice e sincero per quasi dieci anni, interrotto solo da una piccola crisi. Kate è bella, intelligente e assai abile, dato che finora non ha messo ancora un piede in fallo malgrado sia stata costantemente sotto osservazione dei media. La sua famiglia è solida e coesa ed è un esempio di riuscita piccola impresa famigliare. Molti giovani si sono identificati nella storia "comune" di Will e Kate. William, che ha servito nelle forze armate come molti suoi avi, ha peraltro rinviato la luna di miele "per impegni di lavoro", dando l'impressione di essere uno che ha pochi grilli per la testa, specie in un momento di crisi economica come questa. Will ha inoltre provato di essere un ragazzo alla mano, con l'ormai famosa passeggiata con il fratello Harry lungo il Mall la sera della vigilia del matrimonio. Vestito con un pullover à la Marchionne, Will ha stretto centinaia di mani di fan entusiasti che si erano accampati la notte in attesa dell'evento, scambiando battute e sorrisi. Ha scelto come paggetti figli di gente comune, come il figlio della ex bambinaia, che ha tenuto accanto a sè sul balcone di palazzo reale assieme alle paggette bambine figlie di parenti dell'alta nobilità. Al ricevimento del matrimonio era stata inoltre invitata gente del popolo, come il macellaio, il droghiere di origine indiana e il padrone del pub del villaggio di Kate, mentre sono stati esclusi pezzi da novanta come gli ambiziosissimi ex Primi ministri Tony Blair e Gordon Brown. Certo, si potrebbe arguire che, se si vuole puntare a maggiore democrazia nel Regno Unito, si dovrebbe drasticamente ridimensionare la Monarchia, riducendola a puro cerimoniale come quelle nordiche "in bicicletta". Se non adottare una soluzione radicale abolendola del tutto. Ma, come le nozze di Will e Kate hanno provato, l'animo umano è assai complesso e i sistemi politici non sortiscono effetti uguali a parità di costituzioni. La Monarchia costituzionale britannica è stata presidio di una democrazia che è ancora un modello per la massima parte dei Paesi del mondo. Quanto alla natura umana, rimando alla favola di Esopo della Volpe e l'Uva. I meccanismi di identità riconosciuta o ignorata, di inclusione o esclusione, di vanità e invidia sono antichi come il mondo. E, su questo fronte, queste nozze hanno provato che la monarchia si sa adattare ai tempi più di quanto la gente riesca a emanciparsi dai meccanismi della meschinità umana. Al di là del caso di Blair e Brown, nelle alti classi sociali vi è stata una nervosa conta per stabilire chi era stato invitato e perchè. Un girone più in basso, ma sempre restando in alto, ci sono stati quelli che hanno potuto vantare di avere amici invitati alle nozze. Per provare pateticamente di contare a propria volta, per quanto in derivata prima. Poi ci sono stati i miracolati, invitati a Palazzo per dare appunto un tocco di democrazia. Il che ha portato a situazioni esilaranti, come la rissa provocata da un escluso del villaggio di Kate. Escluso due volte: non solo al matrimonio ma anche dal party di uno che ci è stato. Quando il gestore del pub del villaggio di Kate ha fatto una festa al rientro da Buckingham Palace invitando 300 persone ha inevitabilmente escluso alcuni. E a uno in particolare non è andata giù, tanto che ha fatto un ingresso irruento al party: sono volate parole grosse, pugni e, pare, anche bastonate. Più che ispirata da una tragedia di Shakespeare la vicenda è parsa seguire lo schema di una italianissima commedia del Goldoni. Che ha trasformato un pub della verde campagna inglese in un saloon del Far West.