Case e consumi, per gli inglesi un anno…deprimente

La ricchezza degli degli inglesi continua a ridursi e quest'anno il reddito disponibile medio reale sarà del 2% inferiore per famiglia media, pari a 780 sterline l'anno (circa 900 euro). Una situazione assai spiacevole, con prospettive di recupero pessime, a sentire lo stimato economista Roger Bootle. Secondo Bootle, infatti, bisognerà aspettare almeno fino al 2015 prima che gli inglesi possano rivedere i livelli di consumo raggiunti nel 2009 quando, malgrado la crisi, fu toccato il picco, sulla scorta di una serie di misure d'incentivo all'economia. Quest'anno gli inglesi, come molti altri cugini europei, stanno finalmente rendendosi conto di essere sensibilmente più poveri. Secondo Bootle, peraltro, c'è da attendersi quest'anno una contrazione delle spese al consumo dell'1%, il dato peggiore dal lontano 1977, con la possibilità di un'ulteriore contrazione dello 0,5% nel 2012.  Quanto è peggio, i redditi vengono erosi da un'inflazione che non se ne vuole andare e veleggia al ritmo del 4%. Un dilemma per la Banca 'Inghilterra che ha deciso oggi di lasciare malgrado tutto i tassi invariati davanti a segni di ulteriore indebolimento degli indici relativi al settore dei servizi in aprile. Un altro segnale poco incoraggiante viene dal mondo immobiliare, dove migliaia di italiani hanno investito negli ultimi 3 anni, specialmente a Londra.

Come i consumi erano stati sostenuti artificialmente da tagli all'Iva e credito facile grazie al costo del danaro rasoterra, così il settore immobiliare ha beneficiato dai mutui (laddove concessi, dato il giro di vite degli ultimi due anni) a tassi d'affezione. Di fronte alla prospettiva di un aumento dei tassi per fare fronte a un'inflazione persistente, che al momento è attorno al 4%, è inevitabile che prima o poi la Banca centrale alzi i tassi, mettendo in serie difficoltà le famiglie tramite l'aumento degli interessi sui mutui variabili. Queste, alle prese con redditi decrescenti e un'inflazione elevata faticheranno a rimborsare i mutui. Davanti a tale prospettiva il Niesr, un think tank economico estremamente accurato, mette in guardia dal rischio che i prezzi delle case possano scendere del 20% nei prossimi 5 anni. Dopo un mini boom nel 2009-10 sulle ali di acquisti di stranieri e complice la sterlina debole, in particolare a Londra , da alcuni mesi "il carburante" della domanda necessaria a sostenere i prezzi delle case si è esaurito. In marzo, secondo i dati del catasto (Land Registry) il prezzo delle case è sceso dell'1,1% annuo  portando il valore dell'abitazione media a poco più di 160mila sterline. Negli ultimi 12 mesi peraltro solo Londra ha provato ancora di essere un'isola felice con un aumento dei prezzi dello 0,8%. Un'isola o forse un fortino assediato, dato che tutto attorno le cose vanno piuttosto male. Lasciando a parte l'Irlanda, che ha registrato veri e propri crolli dei valori immobiliari, sull'isola britannica i prezzi nell'Inghilterra del Nord Est nell'ultimo anno sono scesi del 9% e in Galles del 7%. Diffido dai catastrofismi, considerando che sono 15 anni che sento parlare di un crollo degli immobili che non si è mai verificato. Ma posso affermare con certezza che il motore della crescita ininterrotta del mattone si è inceppato. Date le condizioni ambientali circostanti non poteva d'altronde essere altrimenti.