L'ultimo avvertimento è giunto da uno studio della banca Ubs, che ha ridotto le previsioni di crescita dell'economia britannica da 1,1% a 0,9% per quest'anno e da 1,5% a 0,7% per il prossimo. Il numero zero è sempre più ricorrente nei dati relativi all'economia inglese. Nel terzo trimestre concluso a settembre la crescita è stada dello 0,5%, a prima vista un dato più confortante dell'orrido 0,1% del secondo trimestre. Tenendo però conto che in quei mesi c'è stata quasi una settimana di meno di lavoro su cui hanno pesato le festività del matrimonio di William e altri fattori stagionali che hanno tolto quasi mezzo punto al pil aprile-giugno, il mezzo punto positivo dell'ultimo trimestre testimonia che l'economia ha continuato a strisciare lungo il fondo. Non solo: c'è ora il rischio, secondo gli esperti, che l'ultimo trimestre sia prossimo allo zero se non negativo come pure il primo trimestre del prossimo anno. Lontani i tempi del miracolo anglosassone. Per quanto la Banca d'Inghilterra abbia tenuto una politica monetaria molto più espansiva della cugina Bce, l'austerità del Governo Cameron e i tagli al settore pubblico hanno continuato a pesare. Il legame con l'Europa per quanto disdegnato continua a esistere ed è un abbraccio mortale. E l'encefalogramma economico continua a rimanere piatto.