In un mondo che, schiacciato dalla crisi, ha ripreso a frammentarsi e a rintanarsi nel particulare, non sono soltanto i leghisti a reclamare nuove identità. A di là di aspiranti indipendentsti come valloni, scozzesi, corsi, baschi e chi piu' ne ha piu' ne metta, un nuovo tipo di orgoglio di appartenenza si va facendo strada, ben diverso da quelli citati, che traggono le loro radici nell'originalità e omogeneità etnica, culturale o religiosa. Il nuovo fenomeno è l'homo londinensis. Secondo un sondaggio organizzato da The Future of England, infatti, ben 4 abitanti di Londra su 5 (l'80%) sono fieri di essere londinesi e antepongono l'appartenenza alla capitale a ogni altra cosa. Dello stesso campione solo il 68% è fiero di essere inglese e il 74% di essere britannico. Gli stessi esprimono anche un moderato appoggio alle istituzioni locali, come il Consiglio di Zona (37%) o il sindaco (27%). Non è un gradimento folle, ma è tutto sommato rassicurante, specie per il sindaco Bors Johnson, in un momento di totale antipolitica come questo. La cosa buffa è che chi è fiero di essere londinese lo è per le ragioni opposte a leghisti e nazionalisti. Non perchè la città offre un riparo rassicurante contro gli alieni, ma perché è composta da alieni.Un londinese su tre è infatti nato all'estero. Come ha commentato lo scrittore Peter Ackroyd, massimo studioso della capitale "Londra, più che un luogo fisico, e' uno stato mentale"
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