Era un brutto presentimento di cui si parlava da un mese e che puntualmente oggi è stato confermato: nel quarto trimestre del 2011 l'economia britannica ha nuovamente innestato la marcia indietro. La contrazione è stata dello 0,3%. Per parlare tecnicamente di recessione si devono registrare due trimestri consecutivi di calo, quindi molto dipenderà dall'andamento dei primi tre mesi del 2013. Nel trimestre precedente infatti l'economia era cresciuta fortemente, dello 0,9%, grazie all'effetto benefico delle Olimpiadi estive. Per l'intero anno 2012 la crescita è stata zero. E' però anche vero che, a guardare i dati con le lenti scure del pessimismo, il rimbalzo estivo è stata una felice parentesi entro 4 trimestri di declino, iniziati nel periodo settembre-dicembre del 2011. Il cancelliere dello Scacchiere George Osborne ha ammesso che si tratta di una situazione difficile, ha ricordato che il paese deve ancora smaltire molto debito e che la recessione dell'eurozona non aiuta l'export britannico. Osborne ha peraltro rintuzzato da Davos, dove si trovava oggi, chi gli ha chiesto di allentrare la morsa dell'austerità. L'economia britannica si trova ancora del 3,5% al di sotto del picco raggiunto nel primo trimestre del 2008, poco prima dell'inizio della recessione. Secondo le previsioni, il pil non dovrebbe rivedere quella quota prima della fine del 2015. Sette anni di vacche magre, insomma, la peggiore recessione per durata da un secolo, secondo le statistiche. Se oggi non possiamo parlare ancora di una terza recessione (triple dip) è un fatto che l'economia britannica continua a rimbalzare sul fondale senza una chiara direzione. Nel Governo c'è nervosismo dato che da tempo si parla del rischio che Londra perda la amata Tripla A. Per Osborne sarebbe una grave perdita di prestigio. Secondo i sindacati, da quando il Governo Cameron si è insediato, due anni e mezzo fa, il settore manufatturiero ha perso lo 0,4% e quello delle costruzioni ben il 9% e i redditi dei lavoratori dipendenti si sono fortemente erosi. Per l'intero scorso anno i servizi sono cresciuti del 1,2% mentre la produzione industriale è calata del 2,5% e le costruzioni sono crollate del 9,3%. Unica nota rosea potrebbe riservarla il futuro: malgrado il pessimo andamento del 2012 e le revisioni al ribasso per quest'anno, l'economia britannica dovrebbe crescere nel 2013 di circa l'1% mentre i cugini dell'Eurozona dovrebbero registrare crescita prossima allo zero. Una magra consolazione. Stiamo a vedere che accadrà.
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