Quando la crisi economica morde le carni di un Paese, anche una nazione tradizionalmente aperta al mondo come la Gran Bretagna inizia a chiudersi a riccio. Col rischio di perdere la testa e il senso della misura e compiere un pericoloso autogol. David Cameron da tempo sta alzando la voce anche perchè è sempre più incalzato alla propria destra dal partito UKIP di Nick Farage che sta mietendo crescenti successi con una posizione antieuropea e anti immigrazione. Recentemente in un discorso a Ipswich Cameron ha alzato il tiro, mettendo in chiaro che il servizio sanitario britannico < è nazionale e non internazionale > che gli immigrati, anche europei (dei 27 stati della EEA) dopo 6 mesi che non trovano lavoro, anche se lo avevano e poi lo hanno perso, saranno sempre benvenuti in UK ma a spese loro. In altre parole, non potranno più usufruire dei vantaggi dello Stato sociale in termini di edilizia popolare o, appunto, abusando del servizio sanitario nazionale (NHS).
La voce grossa di Cameron deriva da un motivo concreto ma inconfessabile: l'apertura delle porte a immigrati da Bulgaria e Romania dopo che la Gran Bretagna era riuscita ad arginarli con un periodo di mora di 5 anni. Dato che gli abitanti di questi Paesi vedono la Gran Bretagna la Mecca verso cui emigrare, gli inglesi in piena crisi, temono uno sbarco in massa. Da qui la necessità proposta da Cameron di sottoporre gli immigrati a test di inglese che se non superati doverranno un fattore fortemente penalizzante. Insomma, in una parola il Welfare State si va arroccando a favore degli inglesi escludendo i "cattivi" stranieri che ne abusano. La retorica è la stessa in tutti i Paesi ma si scontra con la realta' dei fatti. Infatti normalmente gli immigrati sono quelli che hanno più voglia di lavorare e prendere rischi mentre gli autoctoni vivono a spese dello Stato. Anzi, a spingere il ragionamento all'estremo, sono gli immigrati a pagare lo stato sociale delle fasce basse della popolazione che vive di sussidi. Secondo un recente studio della università UCL su un campione di immigrati est europei, è emerso che costoro hanno ripagato allo stato inglese in tasse dirette e indirette il 37% in più di quanto hanno ricevuto. Per quanto riguarda l'abitazione, il 18% ha vissuto in abitazioni popolare sussidiate, in linea con i cittadini inglesi. Dunque non sono venuti a portare via case agli inglesi. Secondo un altro studio, l'edilizia sociale affittata a immigranti è salita si' del 40% tra il 2007 e 2008 e 2011 e 2012 ma ha contato per il solo 9% del totale. Inoltre, gli imprenditori immigrati sono numerosissimi come pure gli studenti extracomunitari che portano un sacco di soldi alle Università. Molti sono peraltro altamente qualificati. Londra ha costruito la propria fortuna su di loro.
Se gli immigrati non portano dunque via posti di lavoro agli inglesi, dato che li mantengono nel welfare e portano ricchezza al Paese con un saldo netto tra dare e avere, Cameron deve stare molto attento a non gettare il bambino con l'acqua sporca… Per questo motivo le critiche vengono anche all'interno del suo partito, dove molti hanno chiaro in mente l'enorme contributo degli stranieri all'economia britannica.
Peraltro il Governo ha mostrato di trovarsi in crescenti difficoltà nella politica di immigrazione prendendo la decisione di riformare, anzi, abolire la UK Border Agency organismo che aveva creato ad hoc per controllare l'immigrazione in modo mirato. L'Agenzia, che dipendeva dal ministero degli Interni ma aveva libertà operativa, ora finirà direttamente sotto le sue dipendenze e verrà divisa operativamente in due: un ramo gestirà la concessione dei visti e un altro l'applicazione della legge. La decisione segue quella presa un anno fa di togliere un primo pezzo dall'agenzia, la Uk Border Force, che si occupa della gestione day to day. Ora segue una nuova frammentazione. Il ministro Theresa May, annunciando la decisione, ha detto che l'agenzia era diventata troppo autonoma e poco trasparente. Con il risultato di essere oberata da centinaia di migliaia di casi arretrati che attendono una conclusione. Insomma, il Governo Cameron fa la voce grossa ma allo stesso tempo ammette di non avere il controllo della situazione.