Malgrado due tremende legnate, una in Parlamento in cui 96 deputati Tory hanno votato contro il Governo, e una umiliante sconfitta alle elezioni supplettive in Nord Shropshire, Boris Johnson è destinato a regnare ancora per un bel po’ di tempo a Downing Street. In altre circostanze, un voto di sfiducia da parte di quasi un terzo del partito di Governo, che ha potuto passare nuove misure restrittive anti-Covid solo grazie al sostegno laburista, e una rotta elettorale in un collegio ultra sicuro, aprirebbero la strada alla sostituzione di un premier visto come una zavorra. L’uomo che ha fatto stravincere il partito nel 2019 con una maggioranza di 80 seggi è infatti divenuto estremamente impopolare. Nel Nord Shropshire, una maggioranza di 23mila si è trasformata in una sconfitta per 6mila voti a profitto dei Liberaldemocratici. Erano più di 200 anni che il seggio era saldamente in mani Tory. Un collegio super-brexitaro ha votato in massa il partito inglese più filoeuropeo. Difficile pensare che siamo davanti a una conversione dell’elettorato a favore della UE. Piuttosto, data la natura dei votanti, un risultato del genere va visto come un sonoro avvertimento a Johnson. La gente, dopo la serie di scandali, che va dai party di Natale governativi fuori legge dello scorso anno, ai doppi lavori profumatamente pagati di vari parlamentari (Owen Patterson si è dimesso per tal motivo dal seggio del Nord Shropshire) hanno dato l’immagine di un Governo strafottente, al di sopra della legge.
Johnson però è destinato a durare. Non ha al momento un serio sfidante. É ancora l’unico che riesce a tenere assieme un partito in cui nessuno ha veramente i numeri per guidare il Governo. Le doti di istrione e la faccia tosta che gli hanno permesso di conciliare profonde contraddizioni, specie in economia, che nessun conservatore avrebbe tollerato, lo rendono per ora insostituibile. Per cui, malgrado i potenti avvertimenti degli ultimi due giorni, il Governo Johnson tirerà avanti. Il problema di fondo è il tormento in cui si trova sprofondata la destra del partito, quella che ha in gran parte votato ieri contro le restrizioni sociali volute da Boris per fare fronte alla pandemia. La stessa destra che ha spinto per anni fino a che ha preso il controllo del partito e imposto la Brexit al Paese, inizia a raccogliere frutti amari. Una destra fortemente ideologica, destinata a essere svergognata entro breve, quando emergerà che questa ondata di pandemia è molto più seria delle precedenti. Una destra che dovrà rendere conto del perché chiedeva di tenere aperto il Paese davanti a un uragano in arrivo. Una destra che da sola non potrebbe governare e che riesce a gestire il potere per l’interposta persona del grande illusionista al Governo. Il quale a propria volta, ha dovuto fare numerose concessioni per mostrarsi liberista ai compagni fanatici, tardando regolarmente i lockdown a prezzo di migliaia di morti in più. Fa specie prendere atto di come la destra tory, cosciente che la nuova ondata Omicron è estremamente contagiosa, continui ottusamente a chiedere lassismo mentre oggi il sindaco di Londra Sadiq Khan ha dovuto dichiarare uno stato di emergenza (major incident) nella capitale davanti a una impennata impressionante dei contagi a 26mila casi e un balzo dei ricoveri ospedalieri per Covid a 1431 casi. Per inciso, va ricordato che, oltre coloro che si ammalano direttamente con rischi fatali, i ricoveri per Covid ostacolano quelli per altre malattie, alimentando un ciclo mortale. Non basta: se, come si sta avverando, la variante Omicron è assai più contagiosa, moltissime persone malate, anche se non ospedalizzate, saranno assenti dal lavoro pesando fortemente sull’economia. Per cui l’economia che la destra Tory vuol proteggere, diventa quella che viene danneggiata..
Per quanto i Laburisti siano in netto aumento di consensi, non hanno ancora presentato al Paese una linea convincente. Il leader Keir Starmer, con l’aria da bravo ragazzo, per quanto ormai maturo, non riesce a passare una visione. I tory di sinistra sono stati schiacciati dalla destra da quando la Brexit è passata. La destra si sta però avvinghiando su se stessa, costretta ad avvallare forti spese per salvare posti di lavoro e lockdown per salvare vite. Ora è costretta a sostenere un premier sempre più impopolare che ha perso in buona parte in modo irreversibile il rispetto del Paese che lo vede come un incompetente, pasticcione, cinico e bugiardo sull’onda dell’ultimo mese di scandali. L’effetto simpatia di Boris è definitivamente tramontato. Ora, per sopravvivere, dovrà stare a galla giocando in modo sempre più spregiudicato, mantenendo il patto faustiano con la destra del partito.