Volano gli stracci a Downing Street e Boris inizia a traballare

Per una volta sono gli italiani a fare la parte delle persone serie e gli inglesi quella dei cialtroni. Mentre Mario Draghi illustrava in Parlamento con toni solenni lo storico piano di rilancio del Paese, a Downing Street volavano gli stracci in una saga dai contorni di una rissa tra liceali. Con l’aggravante che, sullo sfondo, si allungano più preoccupanti ombre di comportamenti torbidi, ai limiti della corruzione e, più in profondità, di crassa incompetenza.
La vicenda e’ iniziata con un crescendo rossiniano di fughe di notizie nell’ultimo mese da cui sono emersi comportamenti poco trasparenti del Governo. Già da inizio anno giravano con insistenza voci di appalti legati all’emergenza Covid concessi a imprenditori più o meno professionali amici del Governo. Nell’ultimo mese è emersa la vicenda di uno scambio di Sms tra Johnson e James Dyson, il re degli aspirapolvere, in cui quest’ultimo si diceva pronto a entrare in scena con nuovi respiratori a inizio anno a patto di ricevere un equo trattamento fiscale che Johnson si era detto pronto ad assicurare. Nel frattempo e’ emersa la vicenda della ristrutturazione dell’appartamento di Johnson e della sua compagna Carrie Symonds al n 11 di Downing Street, per cui Johnson avrebbe beneficiato del finanziamento di un donatore del partito. Notizia smentita, dato che il premier ha detto di avere sostenuto personalmente tutte le spese di oltre 200mila sterline. Notizia però poco convincente, dato che inizialmente era emerso che 58mila sterline sarebbero state offerte. Poi c’era la vicenda di un altro scambio di mail con il principe reggente Saudita Mohammed bin Salman che aveva espresso frustrazione per lo stop all’acquisizione da 300milioni di sterline della squadra di Premier League Newcastle United. Sentitosi assediato, Johnson è passato alla controffensiva, facendo filtrare l’ipotesi che all’origine delle fughe era Dominic Cummings il suo consigliere strategico e architetto della Brexit che se ne era andato bruscamente il 13 Novembre in seguito a uno scontro con la compagna di Boris e l’entourage a lei vicino. Cummings, pieno di veleni accumulati, stava dunque servendo la propria vendetta su un piatto freddo.
La mossa di Johnson ha però avuto il risultato di provocare una reazione furibonda di Cummings che, oltre a smentire di essere la fonte delle fughe, ha scritto un blog in cui ha fatto capire che la storia dell’appartamento è vera e solleva problemi etici per il premier. Inoltre ha detto di essere pronto a collaborare a un’audizione parlamentare a lui dedicata da tempo per l’inizio maggio, lasciando intendere di prepararsi a elencare una lista di comportamenti incompetenti del premier nella gestione della pandemia. Tra l’altro Cummings ha fatto sapere che quando ci fu il secondo lockdown di Novembre, la fuga di notizie avvenuta giorni prima non era giunta da lui ma da Henry Newman, assistente politico amico della Symonds che stava dalla parte della barricata che ha spinto per la partenza di Cummings. Boris a fine ottobre non era molto dell’avviso di chiudere di nuovo il Paese, perché temeva la reazione del mondo del business. Da quanto è emerso oggi, il premier avrebbe addirittura esclamato davanti ai suoi assistenti di essere pronto “a vedere i morti accatastarsi a migliaia in alte pire” piuttosto che ordinare un nuovo lockdown. Cosa che invece puntualmente avvenne, smentendolo, pochi giorni dopo la fuga di notizie e, dato il ritardo, causo altre migliaia di morti.
Boris finora si è difeso pubblicamente, oltre che smentendo, minimizzando queste beghe e affermando che ciò che conta è che il Paese grazie a lui sta uscendo dalla crisi. Molti suoi compagni conservatori, sottolineano che, al fondo, alla gente importa che si sia imboccata la strada giusta.
Certamente le beghe di cortile non interessano, specie in questa situazione di emergenza. Però la storia dell’appartamento va chiarita, come ha promesso Downing Street, perché potenzialmente potrebbe esserci un comportamento illegale. Quanto alle nuove rivelazioni che Cummings si appresterebbe a fare, se emergessero comportamenti che provano l’incapacità e l’incompetenza del Primo Ministro, la questione potrebbe essere seria, perché, in tal caso, questi comportamenti avrebbero provocato migliaia di morti inutili. Per cui sarebbe difficile per Boris dire “scordiamoci il passato dato che ciò che conta è che oggi stiamo uscendo dalla crisi”. La gente inizierebbe a misurarne il prezzo e a spedirgli il conto. Per ora Boris ha sempre un vantaggio del 10% sul Labour nei sondaggi con il 44% rispetto al 34% dei rivali. Le indicazioni degli ultimissimi giorni sono però che questi margini si stanno rapidamente erodendo. Il prossimo mese sarà determinante per valutare la solidità della poltrona di Boris.