Spettacolo e logistica. Due arti in cui gli inglesi eccellono grazie a una grande eredità teatrale e a tradizioni militari secolari, hanno fatto delle Olimpiadi di Londra un grande successo. Magistrale copertura televisiva, regia impeccabile con sfilate, acrobazie, concerti e un'organizzazione ispirata a una sicurezza a volte soffocante, al punto da far sembrare la capitale "sotto occupazione straniera" come ha detto l'editorialista Simon Jenkins, si sono mescolate in un cocktail imbattibile. Fino alle celebrazioni di domenica, con musiche dei Coldplay, e il lunedi le parate e il discorso del sindaco, Boris Johnson, degno di un consumato attore comico. Per non dimenticare la professionalità dell'esercito, che ha riscosso piu' applausi di tutti alla cerimonia conslcusiva, a riprova del rispetto che gode l'istituzione di Sua Maestà.
Gli inglesi eccellono nell'autocelebrazione e, negli ultimi giorni, tra i sorrisi stampati dei giornalisti che volevano trasmettere il clima positivo del gran finale a tutti i costi e i titoli dei giornali sui valorosi "gladiatori paralimpci" o "il silenzioso eroico popolo inglese" o "lo scintillante faro" dei Giochi mi hanno rimandato alla retorica del nostro Ventennio. Certamente stucchevole, specie quando gli inglesi parlano delle migliori Olimpiadi mai avvenute. Ma non per questo da dileggiare, dato che il successo c'è stato realmente. In particolare, fatte le debite proporzioni, le Paralimpiadi, che hanno portato sul proscenio dell'opinione pubblica mondiale le qualità veramente eroiche dei rapresentanti dell'enorme esercito dei disabili, hanno sbancato. Tanto da vendere 2,7 milioni di biglietti e attrarre 27 milioni di visite sul website di questi giochi realmente speciali.
Lo spettacolo in termini teatrali è stato davvero formidabile, considerando che è costato solo 70 milioni di sterline (anche in virtù del sostegno di migliaia di volontari). Gli inglesi si sono confermati maestri nell'arte di proiettare sogni e intrattenere. Ma sarebbe un errore pensare che a Londra sia stata venduta solo aria fritta. A cominciare dal successo atletico degli stessi britannici che, dietro a Usa e Cina hanno portato a casa 64 medaglie alle Olimpiadi e dietro a Cina e Russia 120 alle Paralimpiadi. Segno di un Paese che si è preparato seriamente non solo nell'allestimento del teatro del grande spettacolo dei Giochi ma anche nel fornire i migliori attori. Forse l'esempio migliore in questo senso viene da Sebatian Coe, al secolo Lord Coe, che i giochi ha organizzato con perfetta abilità logistica abbinata a una grande capacità di comunicare. Coe, egli stesso ex campione olimpico nel mezzofondo, ha assommato una Trimurti imbattibile.
Lasceranno un'eredità economica e morale queste Olimpiadi? Aiuteranno a infondere coraggio nella gente per combattere la recessione? Sono il segnale di avvio di una riscossa della Gran Bretagna? Difficile dirlo. Ciò che conta è che per un mese e mezzo Londra ha fatto divertire il mondo con apparente semplicità. Tipicamente inglese.