Press, police, politicians. La stampa cercava gli scoop, la polizia li passava o chiudeva gli occhi su investigatori disinvolti che intercettavano anche perchè spesso erano amici loro, facendosi pagare in modo diretto o con favori. I politici, che temevano la stampa, mantenevano un rapporto di contiguità per addomesticare la feroce bestia mediatica di Murdoch e pompare la propria immagine, salvo poi cadere regolarmente in disgrazia e finire come vittime sacrificali. Un paio d'anni fa uno scandalo da poche migliaia di sterline di rimborsi spese estorti dai parlamentari ai contribuenti aveva scatenato i media contro una classe politica corrotta. Ora, sulla scia dello scandalo di News Corp, viene fuori che i poliziotti corrotti prendevano molto di più dai giornalisti di News of the World: nell'ordine delle decine di migliaia. Tutti sapevano e nessuno sapeva. Il sistema faceva peraltro comodo specie alle celebrities, perchè si parlava di loro. Fino a che la macchina è uscita di controllo è a farne le spese è stata l'inerme gente comune. Creando l'ondata d'indignazione di questi giorni. La stampa inglese, che in Gran Bretagna è quella che dà le notizie – e in particolare quella di Murdoch e del tabloid News of The World, perchè in materia era imbattibile – aveva fatto dell'informazione un mercimonio. La fama, sia sa, nella società mediatica in cui viviamo, porta soldi. Ma la caccia allo scoop aveva fatto di News of the World una sorta di Bancomat che pagava informatori. Pagava alla cieca senza più fare distinzioni su chi era consenziente e vendeva una storia propria e chi veniva proditoriamente spiato, magari in un momento di estrema vulnerabilità, ingrassando investigatori, poliziotti e la tiratura del giornale. I tre maggiori poteri della società moderna erano ormai saldati in una catena diabolica. Fino alla resa dei conti. Ora la polizia arresta i poliziotti divorando se stessa, i giornalisti rimasti fuori dalle pratiche illegali saltano alla gola dei giornalisti di Murdoch come belve fameliche che si sbranano tra loro e i politici si prendono una crudele rivincita mettendo sulla graticola i vertici di News Corp: dal vecchio Rupert Murdoch al figlio James alla virago Rebekah Brooks che, come tanti scolaretti contriti e balbettanti, hanno risposto non rispondendo alle domandi incalzanti dei membri della Commissione Cultura, media e sport. E' stata una giornata storica a Londra: il Parlamento ha ritrovato il suo ruolo centrale dopo essere rimasto per anni ai margini del processo politico, specie durante l'era Blair. A tre anni dallo scoppio della bolla finanziaria a Londra è scoppiata quella dei media. L'eccesso di concorrenza e aggressività per aumentare vendite e pubblicità aveva portato a una situazione insostenibile. Ma gli unici che possono correggere gli errori dei media sono solo altri media. E' quanto sta succedendo in questi giorni in Gran Bretagna. Il che fa sperare in una gigantesca "correzione" che avverrà spontaneamente, senza che vengano imposte leggi che mettano in mano alla politica i destini dell'informazione. Sarebbe una sconfitta terribile per la democrazia. Per questo quanto è accaduto oggi a Westminster in una cupa giornata di temporali fa sperare nell'arrivo di un raggio di sole.
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