Su questo pianeta, dove siamo tutti affittuari e non proprietari, e dove, quando si parla di popoli genuinamente autoctoni, si può additare solo alcune riserve semi-estinte come gli indiani d'America e gli aborigeni dell'Australia, è interessante notare come, puntualmente, a ogni recessione le nazioni ricche erigano muri contro gli stranieri. "La Barca è piena" può essere il titolo della sindrome che coglie le nazioni benestanti. Nella vita tutto è relativo e, mentre alcuni Paesi hanno tenuto atteggiamenti rigidi sulla contaminazione da parte di immigrati, altri, come gli USA, hanno costruito il loro successo e la loro identità su una nazione di immigrati. La Gran Bretagna, ad esempio, che ha dovuto la propria fortuna degli ultimi 20 anni all'arrivo di milioni di stranieri, ha mutato da due anni profondamente atteggiamento, al punto che una delle poche cose su cui i conservatori non hanno voluto cedere nei confronti dei partner di coalizione liberali è stata proprio il giro di vite all'immigrazione. E' un male? A tal proposito voglio raccontarvi l'aneddoto di Paulo il brasiliano, proprietario di una micro impresa di costruzioni a Londra, che rischia di essere rispedito a casa in qualsiasi momento dopo anni di duro lavoro in questo Paese.
Ci tengo a raccontarla perchè conosco Paulo da quasi 8 anni. Paulo ha eseguito lavoretti in casa mia e di vari amici londinesi. Onesto, preciso, accurato e buon mercato è stimato da tutti. Dà da lavorare, oltre che ad alcuni connazionali, a qualche inglese. Crea un 'indotto laddove compra materiali di costruzione e un paio di persone che conosco lo usano per ristrutturare e vendere case, dando vita a un vero e proprio business collaterale. Paulo è uno dei tantissimi costruttori stranieri (in maggioranza polacchi), che ha messo radici a Londra complice il boom immobiliare dell'ultimo decennio e la leggendaria inettitudine e scarsa professionalità dei loro concorrenti inglesi "indigeni". Il figlio maggiore di 6 anni è molto accademico: è il primo della propria classe ed è in predicato per vincere una borsa di studio. E proprio ieri ha avuto un fratellino. Ciò permetterà a Paulo di guadagnare qualche mese di tempo prima che le autorità di presentino una mattina alla porta di casa e lo rimpatrino, come hanno fatto giorni fa con il suo vicino. Paulo ha infatti commesso l'errore di non rinnovare il proprio permesso di soggiorno, ottenuto come studente all'inizio del soggiorno e scaduto da qualche tempo e ora si trova di fronte a un Governo che, contrariamente al precedente non è disposto a chiudere un occhio né a concedergli le attenuanti. Pare che non abbia appigli: il figlio maggiore, assai dotato, non ha purtroppo superato i 7 anni dalla nascita, età che gli consentirebbe di naturalizzarsi inglese e permettere alla propria famiglia di rimanere con un permesso regolare. Per Paulo insomma, che si era costruito una carriera e una rispettabilità e una vita assai migliore rispetto agli stenti di casa propria, è iniziato il conto alla rovescia. La legge è legge, direte voi, e da qualche parte bisogna pur tirare delle righe. Ma ciò serve a spiegare quanto sia ottuso tirarle laddove gli immigrati si dimostrano preziosi. Non è un caso che la CBI, la Confindustria britannica, ha iniziato a prendere paura e sta chiedendo con determinazione al Governo di fare marcia indietro sulla decisione di vietare le assunzioni di mano d'opera extraeuropea qualificata per il resto dell'anno fiscale in corso. La rabbia degli imprenditori è tale che Lady Jo Valentine, che rappresenta l'associazione di categoria London First, l'ha definita "economicamente insana". Una cosa infatti è certa: quando questi stranieri abili e di buona volontà torneranno a casa il loro posto non sarà preso dai locali dato che nessuno ha le stesse qualifiche. Perchè il Governo inglese non sia riuscito a creare manodopera qualificata e competente in casa propria è un altro discorso. Ma certi lavori nessuno li vuole più fare. A causa del colpo di freno alla libera circolazione delle persone potrebbe però essere la volta buona che nei Paesi affluenti, dove molti vivono dell'assistenza sociale, come in Gran Bretagna, la gente tornasse a pedalare, facendo il mungitore, il muratore o lo spazzino. Allora il problema degli immigrati non si porrebbe.