Un’ Europa decadente all’esame Costa Azzurra

Cote_d_azur Ogni anno mi reco qualche giorno in Costa Azzurra per approfittare del tiepido fuori stagione e salutare qualche vecchio amico. Vecchio e' la parola chiave perche' la Cote, come la chiamano i francesi, e' da sempre il ricettacolo dei vegliardi d'Europa, del Nord Europa in particolare. Se si potesse fare un censimento immobiliare della regione vedremmo che i francesi sono ben pochi, invasi come sono da svedesi, olandesi, danesi, inglesi, americani e in minor parte italiani. Nulla di strano, dunque, se questo gerontocomio di lusso in riva al mare abbia piacevoli ritmi lenti. O se capiti di trovarsi in situazioni curiose perché qualcuno davanti a voi ci mette mezz'ora a posteggiare o a pescare le monetine dal portafoglio mentre paga alla cassa del supermercato. Il fatto e' che  ormai tutto il sistema pare andare a rilento.A ben guardare attraverso i privilegi di cui godono i francesi ci accorgiamo più in generale quanto l'Europa non abbia ancora colto il senso di urgenza della crisi in cui ci troviamo.

Mi presento alla cassa del supermercato e mi trovo puntualmente davanti a due cassiere che parlano tra loro e degnano di uno sguardo superficiale il cliente solo per vedere se ha infilato bene la carta di credito nella macchinetta elettronica. Mi reco a un Dyi per comprare un accessorio per l'auto e dopo avere inseguito inservienti fantasmi per 20 minuti mi accorgo che sono tutti come dei turisti e non hanno la più pallida idea di dove si trovi la merce. Vado in banca per chiedere informazioni per un trasferimento e mi viene detto che nessuno al momento e' disponibile anche se dalla porta semichiusa di un loculo ufficio vedo un'elegante signora bionda, apparentemente disoccupata, che si fa la manicure. Mi presento all'autonoleggio per ritirare la macchina che avevo prenotato e passo quasi un'ora perché gli inservienti chiacchierano tra loro e poi si scopre che la mia vettura non c'e', bisogna cercarne un'altra e ci vorrà tempo, mentre la coda di inglesi atterrati insieme a me inizia a dare in escandescenze. Certo, siamo nel sud Europa, c'e' un bel sole e un cielo azzurro e la gente e' rilassata anche se per le strade guidano tutti come degli assassini con l'acceleratore a manetta. Certo, sarà un a scena piuttosto consueta nel Mezzogiorno d'Europa, ma poi penso che mi trovo pur sempre sul territorio della quinta potenza economica del mondo. Un Paese che visito da decenni, da quando sono adolescente, e che oggi e' soffocato dalla burocrazia e dai privilegi, con chilometriche vacanze pagate e pensioni ancora più pingui e vantaggiose di quelle italiane. Un Paese che si e' saputo proteggere facendo i propri interessi e che ha conservato importanti equilibri sociali. Ma rischia di entrare dolcemente in pericoloso declino. Se soltanto paragono questo mondo con Londra, dove vivo, nessuno si sognerebbe di dare di lungo al cliente, tutti lavorerebbero col sorriso sulle labbra e si darebbero comunque da fare coscienti che il posto fisso non e' un totem intoccabile. Certo, anche Londra fa parte di un'Europa decadente ma offre almeno una campionatura di stranieri che portano con se' l'energia primordiale e schietta dei Paesi emergenti da cui provengono, la voglia di emergere e di fare e il piacere di imparare e compiere bene un lavoro. In questo l'immigrazione, attualmente all'indice in tutta Europa a causa della crisi economica, serve se non altro da stimolo ai nostri giovani italiani, francesi o tedeschi per comprendere da vicino altre realtà e misurare da vicino la voglia di emergere di chi ha conosciuto solo la miseria. Una piccola spruzzata di questi giovani anche qui in Costa Azzurra e vedremo più gente lavorare col sorriso, stare attenta al cliente e smettere di far sapere i fatti propri oltre agli amici a tutti gli avventori circostanti. 

  • wellness |

    bentornato nel sud d’Europa !! dopo questa esperienza immagina di ripeterla pari pari,ad agosto a Napoli …..good luck !

  • romak |

    Nulla di più vero.
    L’Italia ha lo stesso problema della Costa Azzurra, credo sia tutta questione di mercato non libero, nella quasi totalità dei settori.
    Questo negli anni ha generato una cultura poco incline alla concorrenza che fa sì che anche per i datori di lavoro di quelle persone, il problema sia trasparente, visto che tanto, sebbene si lamentino tutti che le tasse sono alte, di soldi ne fanno sempre.
    Tutto il contrario di Londra, dove peraltro percepisci un impegno per il futuro che ti scordi nella bassa europa.
    Bravo Marco, come sempre 🙂

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