Ovviamente, parlare di immigrazione, in tempi di carestia economica, non è un argomento politicamente popolare. Le recessioni incoraggiano sentimenti di chiusura verso il prossimo e protezione dagli alieni. Non a caso i conservatori non hanno mancato di segnalare i rischi che il Paese corre a causa dell'incapacità dei laburisti di controllare l'arrivo di stranieri. Gli stessi laburisti, che hanno adottato da due anni la linea dura, con il sistema di controllo a punti, si vantano peraltro di essere risuciti a rallentare l'ascesa dell'immigrazione. E' un fatto che, secondo proiezioni dell'ufficio centrale di statistica (Ons), da qui al 2029 la popolazione dovrebbe crescere di altri 10 milioni, e cio' in metà del tempo che ci mise ad aumentare della stessa cifra tra il 1948 e il 2005. Questo forte ritmo spaventa non solo la gente che teme di perdere il lavoro, ma anche le autorita', secondo cui c'e' un limite oltre il quale la Gran Bretagna diverrebbe sovrappopolata. Nessuno dice pero' quale e' la popolazione ottimale, anche perche' nessuno ha un'idea di quale possa essere. Molti avanzano la cifra di 65 milioni per il 2029, 6 milioni in meno delle proiezioni demografiche odierne. Difficile valutare: la demografia non dipende solo da chi arriva ma dal rapporto tra nati e morti e dalla volonta' di fare figli delle categorie etniche e sociali che popolano un territorio. Per questo la Gran Bretagna, grazie a un forte flusso di immigrati, ha una popolazione che finora ha mantenuto una buona base di giovani pur registrando una crescita dei vecchi: gli ultra 85enni sono oggi ormai 1,3 milioni, pari al 2% della popolazione. Un'ultima parola va spesa sul perche' la gente emigra e arriva in Gran Bretagna piuttosto che altrove. Per quanto indesiderati, gli stranieri continuano a fioccare su questa isoletta con un tempo inclemente e ai margini dell'Europa perche' pensano che, malgrado tutto, sia il posto che possa dare loro piu' opportunita'.