Spuntati come i funghi sulle ali della globalizzazione, i voli low cost hanno rivoluzionato il modo di viaggiare, permettendo a milioni di persone di girare il mondo. Una conquista del genere umano, indubbiamente. Purtroppo, lo scoppio della bolla finanziaria e la forte crisi economica, che hanno eroso i budget non solo individuali ma anche aziendali, hanno messo a nudo in questi mesi una capacità eccessiva dei vettori a fronte di un numero ridotto di passeggeri. I bilanci delle compagnie ne hanno risentito e sono iniziate a fare capolino miriadi di clausole ed eccezioni per recuperare danaro. Ciò sta facendo lievitare i costi di trasporto. Rendendo il volo nuovamente un lusso, a portata di un numero molto più ristretto di persone. Ultima della serie, la decisione di British Airways di fare pagare, dal 7 ottobre, la prenotazione del posto a sedere.
In altre parole,i passeggeri della British pagheranno 10 sterline supplementari per un volo economy in Europa, e 20 sterline a lungo raggio. I voli business saranno esenti ma quelli a lungo raggio potranno salire fino a 60 sterline a posto. In Gran Bretagna a rimetterci di più saranno i poveri scozzesi che traversano l'Atlantico via Londra. Costoro si vedranno applicare una vera e propria tassa: 10 sterline per andare a Londra e altre 20 per andare a New York. Tra tasse aeroportuali e mezzi di trasporto per raggiungere e lasciare gli aeroporti, oltre all'impennarsi delle tariffe all'approssimarsi della data del volo per chi prenotasse all'ultimo momento, i cosiddetti voli low cost meritano sempre meno questa denominazione. Tanto da far pensare che siano diventati un sistema per fare pagare i ricchi un poco meno rispetto a un volo di linea piuttosto che favorire chi ha pochi mezzi, che si trova a fare fronte a costi crescenti. EasyJet fa pagare da tempo un supplemento per chi voglia imbarcarsi prima degli altri passeggeri. Ryanair, che già imbarca dalla nordica Stansted, assai più vicina a Cambridge che a Londra, farà pagare da ottobre 40 sterline di suplemento ai passeggeri che faranno il check in fisicamente al desk invece che online. Una famiglia di 4 dimentica dell'avvertimento rischia di pagare d'un botto 160 sterline di supplemento. Non dimentichiamo inoltre, per chi è sbadato, i fortissimi costi che si aggiungono per chi ha bagagli sovrappeso. Questi possono raddoppiare il costo di un biglietto. Ci sono poi i pasti, da pagare separatamente sui voli low cost. Questi, su una tratta un poco lunga, diventano necessari almeno per le bevande che non si possono portare da casa. Infine non dimentichiamo i disagi supplementari dei trasporti che, nel caso di aeroporti come Gatwick, Stanstead o Luton possono risultare in forti allungamenti della giornata di viaggio. Per concludere: se uno prende il Manuale delle Giovani Marmotte e riesce a evitare tutte le trappole messe sul percorso, ci guadagna ancora sensibilmente a volare low cost. Ma se non fa attenzione rischia di pagare per un trasporto aereo formalmente a buon mercato una bella sommetta, a causa dei costi "nascosti". Per fortuna a fronte di una crescente "convergenza" dei prezzi dei voli di linea con quelli budget ci ha pensato ora la British che, con la trovata ottobrina della gabella sulla prenotazione, ha fatto nuovamente una fuga in avanti rispetto ai cugini cosiddetti "buon mercato". Questi restano sempre assai piu' vantaggiosi rispetto ai voli di linea, come dimostra il continuo flusso di passeggeri. Ma un fatto è certo: comunque la mettiamo, viaggiare in aereo costerà sempre più caro.