Pareva ormai che la Tv di pessima qualità unita all'esplosione del web con Blog e Chatrooms di ogni tipo fossero destinati a erodere implacabilmente spazio ai media tradizionali, spingendo molti a suonare le campane a morto per giornali e quelli che vengono definiti i media di qualità. In parte ciò è ancora vero, ma stanno avvenendo fatti strani che inducono a riflettere. Il quarto canale Tv britannico, Channel 4, dopo i successi travolgenti del Grande Fratello (Big Brother) ora si trova, a causa di una saturazione del pubblico, a registrare la peggiore audience da 10 anni a questa parte. D'altra parte canali radio della BBC di alta qualità come Radio 3 e Radio 4 stanno infrangendo ogni record, con la prima giunta oltre la barriera dei 2 milioni di ascoltatori e la seconda dei 10 milioni. Il settimanale The Economist continua imperturbabile la propria ascesa avvicinandosi alla barriera psicologica di 1,5 milioni di copie vendute.
Gli ottimisti parlano di una rivincita dell'intelligenza. Prendiamo The Economist, che negli anni del boom di internet ha moltiplicato le vendite: oltre il 100% negli ultimi 10 anni e oltre il 50% in 5 anni. Del totale, secondo gli ultimi dati resi noti ieri, oltre metà delle vendite, pari a 800mila copie, sono negli Usa, alla faccia di un Paese dove è noto che non c'è grande bramosia di notizie internazionali. Ciò che è interessante è che il famoso settimanale britannico è fatto da non più di un centinaio di persone. Motivo di tanto successo certamente l'abilità di individuare argomenti originali e svilupparli in modo arguto, ma anche la capacità di adattarsi al nuovo mondo con un forte sviluppo della divisione online e l'utilizzo di strumenti come podcast che possono essere ascoltati sul proprio telefonino recandosi al lavoro. Quanto a Radio 4, con un budget di 4 milioni di sterline (5 milioni di euro) e uno staff di 25 persone (oltre a collaboratori), pagati tra i 40 e i 60mila euro lordi l'anno, riesce a inchiodare il pubblico e a fare tendenza con i notiziari della mattina, oltre ad offrire programmi intelligenti e ragionati. Il che, come faceva notare Sebastian Shakespeare, critico di The Evening Standard, fa assai riflettere, considerando che il noto programma settimanale di varietà di Jonathan Ross, un tipo scanzonato alla Chiambretti, con ospiti-celebrità in studio a getto continuo, costa da solo 6 milioni di sterline a puntata e che il presentatore-star tocca una retribuzione annua superiore a tutto il budget di Radio 4.Quando si dice che le retribuzioni riflettono le realtà del mercato non si dice sempre la verità.