Dall'inizio dell'anno, complice la sterlina debole o l'euro forte, a seconda di come la si voglia guardare, gli italiani sono andati all'assalto di case e appartamenti nella capitale. Hanno fatto bene? Per certi versi sì, anche se prima della fine dell'anno sarà difficile valutare quando e se il mercato avrà toccato il fondo.
Da quanto mi risulta parlando con grandi operatori immobiliari e con intermediari italiani privati residenti a Londra che nell'ultimo ventennio si sono arricchiti dalla compravendita di case ai connazionali, il ritorno degli italiani sul mercato britannico (in particolare della capitale) è dovuto a una serie di motivi. Innanzitutto un crollo del 25% della sterlina sull'euro. In secondo luogo una caduta del 20% dei prezzi nell'area "prime" del centro di Londra, quella che ha sofferto di più nell'intero Paese a causa della crisi dei banchieri che hanno perso soldi, se non addirittura il posto di lavoro e che in molti casi sono ritornati al Paese d'origine. Questi fattori fanno sì che il deprezzamento medio delle case in una zona prime di Londra è stato, secondo l'agenzia immobiliare Knight Frank, del 39% se espresso in euro e del 44% se espresso in dollari. E' una flessione notevole, più che sufficiente per tentare all'acquisto chiunque possegga un bel gruzzolo di danaro, considerando che in un momento in cui il rendimento del danaro è rasoterra (tra l'1 e il 2%) una casa affittata a Londra rende tra il 5% e il 10% all'anno. Ciò spiega come mai tanti italiani si siano avventurati a comprare in gran parte appartamenti di media pezzatura con prezzi compresi tra 300 e 500mila sterline per coronare il sogno di una vita di mettere un piede nella magica capitale britannica. Chi investe ovviamente prende dei rischi e anche in questo caso la spesa non è esente da incertezze. Innanzitutto la crisi economica inizia a mordere sugli affitti e un eccesso di offerta rischia di vanificare l'obiettivo di comprare per affittare. Mi risulta di conoscenti che iniziano infatti a trovarsi con la casa sfitta . Un fatto impensabile negli ultimi 20 anni in cui, a causa della carenza di immobili, nessuno conosceva problemi sul fronte degli affitti. L'altro elemento di incertezza è dato dai prezzi stessi delle case. La sterlina ha in effetti recuperato oltre il 5% sull'euro rispetto al minimo della fine dello scorso anno, rendendo un poco meno interessante l'aspetto cambio. Inoltre, secondo i pessimisti, come il think tank Capital Economics, i prezzi delle case residenziali devono cedere ancora un buon 10% per tornare in linea con la media di lungo termine. C'è poi la grande questione per chi investe: quando e a che ritmo ripartiranno i prezzi? Qui le teorie si sprecano e vanno da un orizzonte di un paio d'anni per gli ottimisti a una generazione per i più pessimisti secondo cui Londra è stata oggetto di una ubriacatura immobiliare da cui faticherà a rialzarsi per lustri. Scartando questi catastrofisti, conviene comunque ricordare che un investimento immobiliare va fatto almeno con un orizzonte di 5 anni per essere in linea con la tendenza del mercato. In ogni caso, qualche segnale incoraggiante inizia a manifestarsi. Secondo un ultimo sondaggio tra gli addetti del settore sul mercato in marzo sarebbe tornata una fiducia che non si vedeva da 13 mesi. E' quanto emerge da una consultazione in 246 agenzie di chartered surveyors, i geometri che vengono assoldati da compratori per valutare lo stato delle case che intendono comprare. Come dice il detto: una rondine non fa primavera. Ma è un fatto che dopo un periodo di buio pesto qualche rondine inizia a volare nel cielo di Londra..