La grave crisi dei mercati finanziari ha costretto il Governo Usa, guidato dal repubblicano di destra George Bush, a percorrere l’umiliante cammino delle nazionalizzazioni. Con costi mostruosi per i contribuenti, che si vedono socializzare le perdite dopo che erano stati privatizzati i profitti. Se il piano di salvataggio andrà in porto, di fatto Bush avrà creato una sorta di gigantesca Iri . Con buona pace per il liberismo.
La crisi ha fatto correre fiumi d’inchiostro sul collasso incombente del capitalismo. Banchieri d’affari trattati fino al mese scorso da eroi vengono oggi bollati come truffatori. Brontosauri del socialismo messi in soffitta da vent’anni sono tornati a pontificare. La finanza torna a essere un male e tra un poco il danaro verrà definito sterco del diavolo come nell’alto Medioevo, quando si condannava l’imposizione dei tassi d’interesse. I Governi, con in testa quello di Gordon Brown, che ha permesso il boom tumultuoso della City per 11 anni, si esercitano nel tiro allo speculatore, ritenuto, bontà loro, non più la causa di tutti i mali, come nel secolo scorso, ma un indesiderato < amplificatore degli effetti > da fermare. Il capitalismo irresponsabile di Wall Street, che ha usato la leva finanziaria fino a creare una bolla, scoppiata con l’effetto di una bomba nucleare, viene assimilato al capitalismo tout-court. I bonus, che nelle giuste condizioni sono un ottimo incentivo, sono stati visti come un modo per rapinare la propria azienda, creando un crescente divario tra ricchi e poveri nella società civile. Tutto in buona parte vero. E’ che i giudizi vengono dati con crescente emotività e rabbia e senso di rivalsa nei confronti dei finanzieri. Con il rischio che il pendolo, partito da un liberismo irresponsabile, nel processo di riflusso non ricrei un clima di dirigismo statale con il pericoloso controllo della politica sulla finanza. Questo, in una società sofisticata come la nostra, non deve esserci. E’ che nessuno ha mai abbastanza individuato gli abusi, esercitando controlli che visti con gli occhi di oggi, erano a dire poco laschi. Nel frattempo, le nazionalizzazioni di Bush e del segretario al Tesoro Henry Paulson che, non va dimenticato, è stato per anni il boss mondiale di Goldman Sachs, fanno un effetto strano: l’unico termine che viene in mente è appunto finanza socialista.