Terence Conran, il re dell’architettura d’interni e antesignano del ristorante griffato, ha deciso di cedere il proprio impero che comprende locali come Le Pont de La Tour, Bluebird, Le Coq d’Argent e Quaglino. C’è chi ha visto nella decisione un primo segnale di crisi nel rutilante mondo della ristorazione londinese.
Si stima che l’impero del gusto di Conran, di cui il grande architetto detiene una quota del 51% valga oltre 100 milioni di sterline, pari a circa 130 milioni di euro. Conran ha peraltro 76 anni e per quanto sia in ottima salute e si goda la vita in compagnia dei suoi amati sigari, probabilmente ha visto una buona occasione per cedere le proprie attività gastronomiche al gruppo D&D che ha progetti faraonici di espansionecon la creazione di una catena di alta gamma. Conran ha avuto il merito storico di avvicinare gli inglesi di classe medio alta alla tavola catturandoli anche sul fonte estetico e creando un’esperienza per cui chi va in uno dei suoi ristoranti mangia anche con gli occhi oltre che con la bocca. Peraltro i critici regolarmente rilevano che per quanto di buon livello il cibo nei suoi ristoranti non è straordinario e nessuno dei suoi locali è mai assurto a livelli d’eccellenza culinaria. Ma tant’è: Sir Terence è riuscito ancora una volta nell’intento di democratizzare il lusso come fece la prima volta quando aprì nel lontano 1964 il primo negozio della catena Habitat che rivoluzionò il concetto di arredare con gusto ma a prezzi ragionevoli. Alla cucina, in famiglia ci penserà il cognato Antonio Carluccio ( che ha sposato Priscilla, sorella di Conran) la cui catena di ristoranti italiani di design ha avuto talmente successo da andare in Borsa e aprire in 30 città. Proprio oggi ha dato i risultati semestrali: 31 milioni di sterline di ricavi (40 milioni di euro) e 2,8 milioni di utili. Se Terence lascia, Carluccio tiene alta la bandiera del gastro-design. Conran non uscirà completamente di scena. Terrà per sè una piccola quota nella nuova entità oltre al ristorante Bibendum, a South Kensington, a cui è affettivamente legato. E aprirà un hotel a Shoreditch, the Boundary con 17 camere e tre ristorantini. In un’intervista al Financial Times ha messo peraltro in chiaro che il gigantismo alimentare iniziava ad opprimerlo. Un mestiere che fatto alla grande è assai complicato. Dedicherà peraltro tutte le sue energie anche al Conran Shop di cui possiede una piccola catena a Londra, Parigi, New York e Tokio e che potrebbe espandere in qualche altra città. Ma ormai pare essere giuNto alla giusta conclusione che il vero gusto risiede nelle piccole cose…I più maliziosi pensano che il vecchio Terence stia nasando aria di recessione, la quarta della sua carriera, e voglia liberarsi della patata bollente finché è in tempo.
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