La morsa del credito inizia a incidere sul settore immobiliare inglese con rischi per l’intera economia. Le banche non passano infatti alla clientela i tagli ai tassi della Bank of England, dato che a loro volta lamentano uno scarso accesso alla liquidità offerta dalle autorità monetarie. Per questo, Gordon Brown, con grande scenografia, ha indetto il 15 aprile un summit con i responsabili di 25 banche commerciali e d’affari per trovare una soluzione alla crisi che rischia di costare caro innanzitutto alla City.
I tre tagli dello 0,75% ai tassi inglesi avvenuti dallo scorso novembre hanno ridotto il tasso base al 5%. Ma i tassi sul mercato interbancario (Libor) a tre mesi restano all’elevatissimo livello del 5,93%. Le banche, che faticano a rifinanziarsi, inaspriscono dunque le condizioni sui nuovi mutui a tasso fisso che, a seconda delle condizioni e della durata si muovono (quelli variabili seguono il costo del danaro con oltre 2 punti in più rispetto al tasso base) tra il 5,5% e il 6%, paradossalmente oltre mezzo punto in più dall’avvio della crisi di liquidità la scorsa estate quando il tasso base era al 7,75%. Si calcola peraltro che circa 1,4 milioni di inglesi vedranno scadere quest’anno i propri contratti ipotecari a tasso fisso stipulati tra due e cinque anni fa e dovranno rinegoziare condizioni che vanno da uno a due punti in più di quanto precedentemente avevano. Davanti a tale prospettiva di strangolamento molti sono costretti a risparmiare mentre altri accantonano i progetti di acquisti di nuove case. Alcuni prevedono quest’anno un calo del 40% dell’accensione di nuovi mutui. Il che inciderà inevitabilmente sul mercato delle case e rallenterà fortemente il lavoro delle agenzie immobiliari che saranno costrette a licenziare personale. Per evitare il peggio Brown è dunque corso ai ripari, chiedendo alle banche di fare a loro parte. Queste hanno in cambio chiesto maggiore accesso alla liquidità. La Bank of England ha così messo a disposizione altri 15 miliardi di sterline, portando il totale della liquidità concessa a 50miliardi dall’inizio della crisi. Ma ciò che preoccupa è che le banche, che si lamentano tanto, non approfittano della liquidità messa a loro disposizione. Forse ne hanno accumulata già molta per contro proprio per non correre rischi con le controparti di cui non si fidano. Più probabilmente attendono, l’imminente decisione della Bank of England di scambiare strumenti più "scadenti" come gli Abs (asset back securities) legati ai mutui di cui le banche sono piene contro obbligazioni emesse dalla Banca centrale e garantite dal Tesoro. Finora la banca ha chiesto alle banche in cambio mutui a tripla A. La mossa che Brown ha favorito è sulla scia della decisione del Tesoro e della Fed americana. Un tentativo drastico per sciogliere un bel garbuglio. Basterà? A volte un intervento della politica nei mercati può essere provvidenziale, ma ci sono cose che, per quanto fatte in buona fede, la politica rischia di peggiorare.